“Finora abbiamo sentito il Prefetto di Catanzaro, poi i responsabili dei diversi corpi di polizia in servizio sul territorio e il presidente della Corte D’appello Domenico Introcaso che ci ha fornito numeri significativi perché qui c’è un problema importante che lo Stato dovrà affrontare. La Calabria deve tornare ad essere un’emergenza nazionale, la diffusione del fenomeno ‘ndranghetistico è tale per cui non si può più rinviare”. E’ quanto ha detto il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, al termine della prima sessione delle audizioni in corso alla Prefettura di Catanzaro.
“In questo Paese – ha aggiunto l’esponente M5S – si parla non a sufficienza di ‘ndrangheta la Calabria si è imposta rispetto ad altre organizzazioni perché ha scelto modalità silenti e il livello di infiltrazione nell’economia è diventata tale da indurre la politica nazionale a prestare un’attenzione maggiore. Questo non solo sul piano economico, ma anche della cultura che passa dalla religiosità e dalla credenza popolare che viene sfruttata per il consenso. L’attività di contrasto è delineata, anche se la ‘ndrangheta non finisce mai di stupirci. Basti pensare che uomini del brokeraggio di cocaina si offrivano di pagare quantità rilevanti di droga in bitcoin, dimostrando di avere una certa familiarità con le criptovalute”.
Sul problema delle carenze di organico, Morra ha evidenziato che “ci sono uffici giudiziari drammaticamente scoperti, in cui le percentuali si attestano al 30 percento. In questo ambito si deve tenere conto anche dell’età media dei magistrati in servizio e della volontà di permanere in Calabria perché la fascinazione di un ufficio giudiziario che attrae tantissimo lascia, però, scoperti tanti altri distretti”. Il presidente della commissione antimafia ha aggiunto, inoltre, che “è stata analizzata la legge sullo scioglimento dei Consigli Comunali che ha gravi limiti nel permettere a tanti ex amministratori, coinvolti in precedenti scioglimenti, di poter tornare alla ribalta tranquillamente.
Così come si registrano omissioni, operate da amministrazioni pubbliche, nel controllare eventuali evasioni fiscali: “Ci sono specialisti della giustizia che potrebbero trarre vantaggio da situazioni anomale e lavoratori autonomi che lamentano sofferenze, salvo poi documentare consumi inspiegabili in dichiarazione dei redditi”. Sulle annunciate modifiche ai decreti sicurezza, Morra ha detto: “C’è un’interlocuzione già ben avviata, credo si possa arrivare ad una soluzione. Nel campo dell’accoglienza si può fare di più, importanti operazioni hanno svelato interessi della criminalità organizzata, per non parlare della tratta dei migranti. Non c’è settore che non sia toccato dalla ‘ndrangheta che si avvale di menti raffinatissime. La Calabria, che ha visto gradualmente impoverirsi il suo tessuto economico, negli anni è stata oggetto di interventi pubblici importanti e non può essere dimenticata la responsabilità di chi avrebbe dovuto controllare e invece era distratto”.