‘Ndrangheta a Bergamo: nel blitz dei carabinieri e della guardia di finanza, sono state arrestate 33 persone – incluso un funzionario dell’Agenzia delle Entrate – e sono stati sequestrati 6,5 milioni di euro. Inoltre, è stato ricostruito un giro di fatture false per un valore di 20 milioni.
‘Ndrangheta a Bergamo, sequestrati 6,5 milioni di euro
I carabinieri e la guardia di finanza di Bergamo, coordinati dalla Dda della Procura di Brescia, hanno arrestato 33 persone nella mattinata di lunedì 5 settembre. Tra i soggetti posti in stati di fermo, c’è anche un funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, con l’aggravante di aver favorito le attività della nota cosca ‘ndranghetista della famiglia calabrese Arena, di Isola Capo Rizzuto.
Nel corso dell’inchiesta, le forze dell’ordine hanno sventato un giro di fatture false da oltre 20 milioni di euro sfruttate per riciclare i proventi delle attività illecite del clan crotonese. Oltre alle fatture false, gli arrestati hanno anche assunto condotte di usure, riciclaggio, ricettazione, autoriciclaggio, favoreggiamento, trasferimento fraudolento di valori, reati tributari e fallimentare. Nel blitz, sono stati sequestrati 6,5 milioni di euro mentre i militari hanno effettuato perquisizioni in 12 province tra Lombardia, Piemonte, Veneto, Umbria, Basilicata, Calabria e Sardegna.
Effettuati 33 arresti per usura, ricettazione e fatture false. Indagato anche un funzionare del Fisco
In merito all’inchiesta che ha sventato il giro della ‘ndrangheta a Bergamo, l’operazione è scaturita da un’indagine dei carabinieri che stavano facendo verifiche su condotte estorsive adottate nel territorio bergamasco da alcuni individui considerati legati alle ‘ndrine calabresi. Ricollegandosi all’inchiesta di natura economico-finanziaria seguita dalla guardia di finanza, poi, gli investigatori sono riusciti a ricostruire il giro di fatture false che venivano erogate ricorrendo ad almeno sette società “cartiere”. Le aziende erano intestate a prestanome o a imprenditori compiacenti con sedi in Lombardia, Umbria e Calabria.
Sulla base delle informazioni sinora diffuse, tra gli indagati figurano anche alcuni professionisti contabili che, erogando consulenze, avrebbero “ideato e attuato modelli seriali di evasione fiscale a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale”. In manette, poi, un funzionare del Fisco per l’accusa di corruzione.
In relazione all’ipotesi investigativa, è stato riferito che il funzionario dell’Agenzia delle Entrate “a fronte di sistematici compensi si sarebbe reso disponibile ad agevolare l’erogazione di alcuni servizi di natura fiscale” che erano stati richiesti da uno dei contabili.
I soggetti arrestati, poi, sono stati accusati di aver assunto condotte usurarie che sono state denunciate da molti imprenditori in difficoltà.