Ncc, solito scaricabarile di Salvini: la palla passa ai Comuni

Sulle nuove autorizzazioni agli Ncc il solito scaricabarile di Matteo Salvini, che lascia tutto nelle mani dei Comuni.

Ncc, solito scaricabarile di Salvini: la palla passa ai Comuni

La colpa è sempre degli altri. Soprattutto quando si tratta di dare brutte notizie a categorie da sempre difese, come quella dei tassisti. Così Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, snobba di fatto la recente sentenza della Corte Costituzionale e, sostenendo che non abbia alcun effetto sul suo decreto per il registro elettronico per il trasporto non di linea, scarica ogni responsabilità sui Comuni.

Sono loro a dover rilasciare le nuove autorizzazioni che, secondo la Consulta, sono necessarie. Un modo per non dover dare lui la brutta notizia ai taxi, ovvero il rilascio di nuove licenze per gli Ncc e un’apertura alla concorrenza che il ministro non vuole assolutamente intestarsi. Così come non vuole intestarsi l’eventuale immobilismo sul rilascio delle autorizzazioni, scaricando tutto sui Comuni.

Ncc, solito scaricabarile di Salvini

Al question time alla Camera, Salvini risponde a un’interrogazione derivante proprio dalla recente sentenza della Corte Costituzionale, definendola “auto-applicativa” e per questo non necessiterebbe di alcun documento attuativo, “in quanto si limita ad annullare la norma che vietava il rilascio di nuove autorizzazioni”.

Da questo ne deriva che spetterebbe ai Comuni “pubblicare i bandi per il rilascio di nuove licenze”. Non incidendo, sottolinea Salvini, “sul registro elettronico di Ncc e dei Taxi” firmato il 2 luglio scorso. A questo si affianca l’annuncio, da parte del ministro delle Infrastrutture, di altre norme sugli Ncc che saranno contenute nel ddl Concorrenza atteso prima della pausa estiva.

Misure condivise con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e “mirate ad adeguare l’apparato sanzionatorio, oggi particolarmente afflittivo, del codice della Strada alle esigenze legittime di operatività del settore Ncc”. In caso di violazioni non sostanziali, spiega Salvini, “si procederà con la sola irrogazione di una sanzione di natura pecuniaria e verrà punito gravemente solo l’esercizio abusivo dell’attività”.

Salvini come Ponzio Pilato: l’accusa di Confimprenditori

Salvini, insomma, se ne lava le mani. Accusa che gli viene rivolta anche dal presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo, secondo cui “prosegue lo scaricabarile della politica su quella che si sta trasformando in una vera e propria vergogna dell’Italia: la liberalizzazione delle licenze dei Taxi e degli Ncc”.

Invece di procedere con l’operazione di liberalizzazione, aiutato anche dalla recente sentenza della Consulta, il ministro fa melina: “Se è vero, come dice Salvini, che adesso tocca ai Comuni pubblicare i bandi per le nuove autorizzazioni, è altrettanto vero che il governo ha il dovere di vigilare sull’operato degli enti locali per l’applicazione della legge e per il fatto che non vengano disattese le sentenze”. Salvini, invece, fa “ancora una volta come Ponzio Pilato” e così “a pagare sono, ancora una volta, i cittadini”.