Una bocciatura per il governo. Ma soprattutto una doccia gelata per i tassisti e un’apertura alla concorrenza degli Ncc, il servizio di noleggio con conducente. La Corte Costituzionale ha bocciato il divieto introdotto nel 2018, poi tenuto in piedi fino a oggi, di rilasciare nuove autorizzazioni per il servizio Ncc fino alla piena operatività del registro informatico nazionale delle imprese titolari di licenze taxi e di autorizzazioni Ncc.
Quella legge, spiega la Consulta, ha consentito per oltre 5 anni di “alzare una barriera all’ingresso dei nuovi operatori”. Che ora decade dopo aver compromesso la “possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea”. La sentenza riguarda un ricorso presentato dal governo contro una legge della Regione Calabria, guidata dalla destra con il presidente Roberto Occhiuto. Una legge regionale che apriva a nuove licenze. Ora la Consulta dà ragione a Occhiuto, che parla di una “decisione storica e senza precedenti, che ammacca le corporazioni e che finalmente rende il mercato realmente libero”.
Via libera alle nuove autorizzazioni
I giudici hanno stabilito che da ora in poi i comuni non dovranno più aspettare il registro elettronico per assegnare nuove licenze Ncc. E anche il recente decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, che prevede la piena operatività del registro a 180 giorni dalla sua pubblicazione, non incide sul “presente giudizio”. Detto in maniera più semplice: il decreto di Salvini, con un ulteriore rinvio, non ha peso.
La Consulta sottolinea come sia stata ignorata la preoccupazione dell’Agcm secondo cui ampliare l’offerta dei servizi del trasporto non di linea era necessario per “far fronte a una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta”, soprattutto nelle grandi città. Le norme hanno causato una limitazione alla libertà di circolazione, compromettendo il “godimento di alcuni diritti costituzionali”.
Ncc, la Consulta mette il governo con le spalle al muro
A questo punto il governo non può più impedire il rilascio di nuove autorizzazioni e, di conseguenza, non potrà più tutelare la categoria dei tassisti, sempre iper-protetta dagli esecutivi degli ultimi anni. Andrea Romano, presidente di MuoverSì Federazione Ncc e Mobilità, chiede alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di convocare subito un tavolo per una nuova legge quadro sul trasporto non di linea. La sentenza della Consulta ha infatti assestato “un colpo definitivo alla già traballante credibilità della legge 12-2019, che ormai solo Salvini si ostina a prendere sul serio con decreti attuativi gravemente punitivi verso decine di migliaia di operatori”.