“Ieri abbiamo iniziato a incontrare le persone e a dare una risposta a un bisogno fondamentale, quello di informare i familiari di essere sopravvissuti e, per la maggior parte delle persone, anche di dare l’informazione dei decessi di familiari”. È quanto ha detto il responsabile dell’intervento di Medici senza frontiere a Crotone, Sergio Di Dato, nel corso di una conferenza stampa per condividere il lavoro del team che sta offrendo supporto psicologico ai sopravvissuti al naufragio di Crotone.
Il racconto dei sopravvissuti al naufragio di Crotone. Msf: “La barca era fatiscente e non ha retto il carico”
Di Dato ha spiegato che a Crotone “ci sono 60 persone. Sono quasi tutti nuclei familiari – ha continuato -, quindi ogni persona ha avuto una perdita di un parente vicino. Ci sono casi che abbiamo iniziato ad attenzionare in maniera profonda, come quello di un ragazzo di 16 anni che era in viaggio con la sorella, partiti dall’Afghanistan perché per la sorella le condizioni di vita nel paese d’origine erano divenute inaccettabili”.
Secondo le testimonianze dei sopravvissuti l’imbarcazione avrebbe urtato uno scoglio a circa 150 metri dalla costa
“Il ragazzo – ha proseguito Di Dato – ha raccontato che, quando sono arrivati a circa 150 metri dalla costa, l’imbarcazione è esplosa. In realtà sembrerebbe che abbia urtato uno scoglio o che la condizione di questo peschereccio di legno non abbia retto il peso delle persone a bordo”.
“Hanno iniziato a nuotare – ha raccontato – e sono riusciti ad arrivare sulla riva. Quando sono arrivati in spiaggia, il ragazzo si è reso conto che la sorella era venuta a mancare. Abbiamo attivato il supporto psicologico e il ragazzo ha avvisato i familiari, però non ha avuto il coraggio di far presente che la sorella non ce l’ha fatta”.
Tra gli altri, c’è anche un “nucleo familiare” di cui “sono rimasti soltanto il padre e il figlio, di circa 14 anni”, che erano “scappati dall’Afghanistan” dove la vita dell’uomo era “in grave pericolo”. L’uomo “ha perso tre figli di 11, 9 e 5 anni e la moglie”, ha aggiunto.
#Crotone, #naufragio #migranti: dopo una notte di ricerche dei dispersi, proseguono le operazioni dei #vigilidelfuoco a Steccato di Cutro. Proibitive le condizioni del mare [#27febbraio 12:30] pic.twitter.com/eNwAsdbiJi
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) February 27, 2023
In mare non c’erano navi della Guardia di Finanza o della Guardia Costiera
“Con le testimonianze raccolte ieri – ha detto ancora Sergio Di Dato – le persone non ci hanno parlato di navi della Guardia di Finanza o Guardia Costiera che li avevano approcciati. Ci hanno detto che stavano navigando su una barca di legno che, in balia delle onde, ha avuto difficoltà e ha registrato una sorta di esplosione”.
Di Dato ha spiegato che è stato fatto “un controllo con le persone in ospedale per capire se fossero ustionate e per capire l’accaduto”. I casi ospedalizzati – ha aggiunto – non registravano alcuna ustione grave da esplosione. Da lì poi è stata ricostruita la dinamica: la barca era fatiscente e non ha retto il carico che trasportava con le onde che erano alte”, ha affermato. Poi il responsabile dell’intervento di Msf a Crotone ha riferito che “sei minori ricoverati in ospedale sono bambini con meno di 12 anni”.