Nato, Rutte incassa l’appoggio di Orbán e vede sempre più vicina la nomina a segretario generale del Patto Atlantico

Nato, Rutte incassa l'appoggio di Orbán e vede sempre più vicina la nomina a segretario generale del Patto Atlantico

Nato, Rutte incassa l’appoggio di Orbán e vede sempre più vicina la nomina a segretario generale del Patto Atlantico

Il primo ministro olandese uscente, Mark Rutte, vede sempre più vicina la nomina a prossimo segretario generale della Nato. Infatti, secondo i media olandesi, l’Ungheria avrebbe abbandonato la sua opposizione al leader dimissionario dei Paesi Bassi come erede di Jens Stoltenberg, a seguito di un incontro tra lo stesso Rutte e il leader ungherese, Viktor Orbán.

Il faccia a faccia tra i due politici è avvenuto a margine della cena informale dei leader dell’Ue a Bruxelles. Qui Orbán non avrebbe ribadito la sua richiesta di scuse al primo ministro dimissionario dell’Olanda per quelle che il leader di Budapest, soltanto il mese scorso, aveva descritto come opinioni “problematiche” sull’Ungheria.

Nato, via libera di Orbán a Rutte

Le scuse, come ricorda l’agenzia Reuters, erano state una delle due condizioni che il governo di Budapest aveva posto per approvare Rutte alla guida della Nato. L’altra condizione, già approvata nei giorni scorsi da Stoltenberg e a quanto pare confermata da Rutte nel faccia a faccia, è la garanzia che l’Ungheria non dovrà fornire finanziamenti all’Ucraina o inviare personale nel Paese devastato dalla guerra.

Incassato l’okay di Budapest, per il primo ministro uscente dei Paesi Bassi la strada sembra in discesa. Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno già detto di sostenere la candidatura di Rutte nella successione a Stoltenberg, che lascerà a ottobre dalla carica di segretario generale della Nato. Anche la Turchia, ad aprile, ha annunciato il proprio sostegno al primo ministro olandese uscente. Appoggio che dovrebbe arrivare anche dall’Italia, malgrado l’iniziale scetticismo perché Roma sperava di poter veder ricompensato il proprio impegno nella guerra in Ucraina ottenendo proprio la nomina di un italiano a capo della Nato. Romania e Slovacchia non hanno ancora dato il via libera.