Natale senza viceministri e sottosegretari. L’infornata tra new entry (poche, secondo i pronostici) e riconferme è rinviata. La partita, infatti, dovrebbe giocarsi il 29 dicembre in occasione della conferenza stampa di fine anno del premier Paolo Gentiloni. Insomma la squadra al gran completo farà in tempo a sparare i botti per licenziare l’anno vecchio. O quasi, dal momento che questo Esecutivo è in gran parte la fotocopia del Governo Renzi. Anche per questo, del resto, la scelta dei ministri è avvenuta in tempi record. Una celerità che è mancata per riempire le caselle di viceministri e sottosegretari.
Gli ostacoli – La ragione sta tutta nei difficili equilibri di maggioranza da garantire. La mancata fiducia all’Esecutivo da parte dei verdiniani esclusi dalla compagine governativa cui ambivano (anzi stavolta ci speravano), infatti, è stata più che un campanello d’allarme per Gentiloni. Ma anche la complicata matassa del Monte dei Paschi da sbrogliare (una vicenda volutamente rimandata fino a dopo il referendum costituzionale) ha avuto il suo peso nel ritardare le tanto attese nomine. Previste inizialmente proprio in queste ore (a maggior ragione dopo il via libera delle Camere al sostegno pubblico di 20 miliardi di euro per le banche), ma slittate a fine anno. Gentiloni in veste di temporeggiatore, insomma, sta ancora limando gli ultimi dettagli. Tra le new entry potrebbero esserci i dem Manuela Ghizzoni all’Istruzione ed Emanuele Fiano (già responsabile Pd per la Sicurezza) all’Interno. Ma anche il nome della democratica Laura Coccia allo Sport, che La Notizia aveva anticipato già all’indomani dell’insediamento del nuovo Governo, circola con sempre maggiore insistenza. Tra i confermati, invece, ci sarebbero Davide Faraone e Sandro Gozi. Per loro solo un trasloco rispettivamente dal Miur alle Infrastrutture il primo e dalla Presidenza del Consiglio agli Esteri il secondo.
Il nodo – L’incognita rimane sempre il gruppo Ala. Cosa faranno i verdiniani che con Vincenzo D’Anna avevano detto chiaramente che non si sarebbero accontentati di strapuntini di sottogoverno?
La compagine è spaccata: se da un lato, Denis Verdini non punterebbe a posti a tavola, dall’altro Enrico Zanetti, già viceministro all’Economia del Governo Renzi, ambirebbe a ritagliarsi un ruolo. Comunque, il fatto che Ala in Aula abbia votato a favore del salva-banche è un segnale non trascurabile. Da cui potrebbe discendere una conferma di Zanetti come viceministro. Ma a quel punto ci sarebbero pure Saverio Romano e Giuseppe Galati al fianco dei ministri Maurizio Martina e Claudio De Vincenti. Ma un posto al sole ci sarebbe anche per Valentina Vezzali con la poltrona da sottosegretario allo Sport. Se alla fine, però, i verdiniani decidessero di rimanere fuori dal gioco, Gentiloni avrebbe poco da temere. A puntellare la maggioranza potrebbe arrivare sempre Berlusconi che col sostegno sulla vicenda Mps ha già rotto il ghiaccio.