Nara-Icardi, è ora di pian…tarla. Le lacrime di Wanda non hanno commosso nessuno. Il tira e molla della coppia è una soap a base di milioni

La soap incredibilmente squallida di Wanda Nara e Mauro Icardi

Prima il Napoli, poi il Real Madrid, il Barcellona, infine la Juventus. Quando si parla di Mauro Icardi gli argomenti di discussione sono sempre gli stessi: il calciomercato che lo attende. Mai (o quasi) si parla del campo, di quel gol, di quel gioco di prestigio, di quella grandiosa (in realtà sempre più rara) prestazione in campo. In altre parole: quando di mezzo c’è il fu capitano dell’Inter l’argomento, paradossalmente, non è mai l’Inter. Si parla di una marea di squadre di calcio, tutte potenzialmente interessate ad acquistare il cartellino del bomber. Ma mai dell’attuale squadra di Icardi, nonostante ne sia stato per anni il capitano.

A creare questo incredibile cortocircuito è stato senz’altro chi gestisce l’immagine del giocatore e il suo potenziale mercato. Ergo: la moglie, Wanda Nara. E così, dopo l’incredibile latitanza cui si è dato Icardi in occasione degli allenamenti in vista della partita col Rapid Vienna nell’importante appuntamento in Europa League, domenica sera a Tiki Taka abbiamo assistito al pianto disperato di “donna Wanda” che avrebbe addirittura chiamato l’ex presidente Massimo Moratti per intercedere contro l’ostracismo cui sarebbe stato condannato il ragazzotto. Una soap incredibilmente squallida, in cui tutti perdono e nessuno vince.

Non si capisce, ad esempio, perché donna Wanda sia andata in trasmissione e non sia stato lo stesso Icardi a risolvere la faccenda. Non si capisce cosa ci sia da contestare alla società vista l’assenza di Icardi agli allenamenti (il ritiro della fascia da capitano è il minimo). E non si capisce l’inutile pianto di chi avrebbe dovuto mantenere una minima professionalità visto che, oltreché moglie, è agente del bomber. Non si capisce, in definitiva, perché Wanda, l’artefice di fatto di questa grottesca telenovela, abbia vestito i panni della mammina che difende il figlioletto a scuola con le maestre, nonostante le insufficienze in ogni materia (a cominciare dalla condotta), invece di andare dal marito (così pare) e dirgli che non ha capito ancora nulla di cosa voglia dire essere uomo. Men che meno capitano.

La realtà – e la vicenda Icardi-Nara lo dimostra – è che, ahinoi, viviamo in un mondo sballato. I cui protagonisti sono sballati e altrettanto lo sono i valori che propugnano, fondati sull’assenza totale di competenza, a patto che il portafoglio sia gonfio di moneta. Non basta avere dei piedi buoni per essere fuoriclasse perché la classe è decisamente altro; non basta guadagnare milioni per vestire i panni del signore. Icardi e Nara hanno invece giocato troppo a lungo col fuoco, facendo il bello e il cattivo tempo di un’intera società, finendo col bruciarsi. Wanda pensava di poter continuare ad avere un atteggiamento ondivago, specie negli ultimi mesi dato che c’era il contratto del bimbo-ragazzotto da rinnovare.

Ma questa volta sulla strada ha incontrato Beppe Marotta che ha provato a spiegare, a dir poco imbarazzato, che, “come un padre di famiglia, bisogna punire i figli per farli crescere”. Il risultato è stato un quadro patetico frutto di una coppia che ha creduto troppo a lungo di decidere le sorti grazie a un patrimonio milionario. Dimenticandosi che competenze e rispetto non si comprano al mercato. E non bastano le lacrime di coccodrillo a riacquistare credibilità.