Affrontare subito l’emergenza del sovraffollamento delle carceri e adottare provvedimenti straordinari che non sono più rinviabili. E’ questo l’invito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si è rivolto al Parlamento con un lungo messaggio. “La stringente necessità di cambiare prontamente le condizioni delle carceri è un imperativo giuridico, politico ma in pari tempo morale”, spiega Napolitano, sottolineando che dai provvedimenti della Corte europea dei diritti dell’uomo emerge “la mortificante conferma della perdurante incapacità del nostro di Stato di garantire i diritti elementari dei detenuti”. “L’Italia – sottolinea – si pone in una condizione umiliante sul piano internazionale per le violazioni dei principi sul trattamento umano dei detenuti”. Occorre, quindi, scrive il presidente della Repubblica, “un rapido superamento della violazione del diritto a non subire trattamenti inumani e degradanti”. Anche perché non agire “ci rende corresponsabili delle violazione contestate all’Italia dalla Corte di Strasburgo”.
In cella, in base ai dati riferiti da Napolitano, risultano 64.758 detenuti, a fronte di una capienza delle carceri pari a 47.615. “Le istituzioni e l’opinione pubblica – spiega ancora il presidente della Repubblica – non possono scivolare nell’indifferenza convivendo con una realtà di degrado civile e sofferenza umana”. Per evitare questo sono “necessari immediati rimedi straordinari”, quindi è “opportuno” varare contemporaneamente un provvedimento di amnistia e uno di indulto, perché questo “permetterebbe di conseguire rapidamente i seguenti risultati positivi: l’indulto avrebbe immediato effetto di ridurre popolazione carceraria”, mentre “l’amnistia permetterebbe di estinguere procedimenti per fatti bagatellari”, e con ciò “permetterebbe di ridurre i tempi di custodia cautelare”.
Il presidente della Repubblica ha poi ripercorso i provvedimenti analoghi che ci sono stati in passato. “Dal 1953 al 1990 sono intervenuti tredici provvedimenti con i quali è stata concessa l’amnistia (sola o unitamente all’indulto). Per quasi 40 anni sono state varate amnistie con cadenza inferiore ai 3 anni. Dopo l’ultima, risalente a 23 anni fa, è stato approvato dal Parlamento solo un indulto”, ha scritto. Per il capo dello Stato tutti gli altri interventi, come la riforma per la riduzione del numero dei detenuti e l’aumento della capienza complessiva degli istituti penitenziari, sono “certamente condivisibili” e “ritengo auspicabile la rapida definizione”, ma “appaiono parziali, in quanto inciderebbero verosimilmente pro futuro e non consentirebbero di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea”.
E dopo l’annuncio subito polemiche. Affondo del Movimento 5 stelle: “Napolitano vuole fare un favore al Cav”. Immediata la replica del Colle: “Chi dice questo se ne frega del Paese”. E intanto anche la Lega Nord ha fatto sapere di essere contraria ad ogni forma di amnistia o di indulto.