Non è colpa dei cittadini se arrivano poche denunce: “istituzioni e forze dell’ordine devono essere credibili”. A dirlo è il capo della Procura di Napoli Nicola Gratteri che ieri ha incontrato gli imprenditori e i commercianti di Confesercenti in una modalità “insolita”. Il magistrato ha glissato sulla riforma del ministro Carlo Nordio della giustizia: “sono qui per parlare di economia”, ha risposto seccato ai giornalisti. Nel faccia a faccia con le imprese ha ascoltato le domande e le testimonianze di chi ha un’attività commerciale che ogni giorno fa i conti con la criminalità organizzata e con le intimidazioni o ha denunciato il racket tra cui Salvatore Di Matteo ed Enzo Amoroso.
L’ultimo in ordine di tempo è l’imprenditore di Barra che dopo l’ennesimo raid, nonostante la marcia della legalità a cui partecipò un mese fa anche il sindaco Gaetano Manfredi, ha deciso di chiudere i battenti della sua attività in una delle periferie più a rischio della città come quella di Napoli Est.
Nel faccia a faccia le testimonianze degli imprenditori intimiditi e dei commercianti che si sono ribellati al racket
“La carenza di organico, uomini e mezzi, rallenta la macchina della giustizia, questo è vero – ha spiegato Gratteri -. Quando però c’è qualcosa di concreto e di urgente, oppure quando l’imprenditore può essere sovraesposto, è ovvio che da parte mia e dei miei magistrati ci sarà il massimo della collaborazione e dell’attenzione. Se la gente non denuncia, non è perché è omertosa o masochista”. Poi ha assolto i cittadini sulle poche denunce: “la gente spesso non parla perché non sa con chi parlare, perché non si fida. E questo significa che noi non siamo ancora credibili o efficienti. Dobbiamo, dunque, essere noi uomini delle istituzioni a dimostrarci seri, credibili ed efficienti. Io parlo con tutti, sono per il dialogo. Per me è fondamentale che ci sia un rapporto di fiducia tra l’imprenditore e il magistrato o forze dell’ordine”.
Gratteri ha assolto i cittadini che non denunciano e ha rilanciato sulla credibilità delle istituzioni e delle forze dell’ordine
Per i rappresentanti delle imprese le priorità sono chiare. “Le imprese chiedono la possibilità di comunicare con le istituzioni. Hanno bisogno di risposte concrete e rapide. I personaggi che vanno dall’esercente a pretendere il racket o che lo obbligano a comprare determinati prodotti, non attendono. Gli imprenditori molto spesso rimangono da soli e la conseguenza è che abbassano la testa e si piegano al volere di questi delinquenti”, ha affermato il presidente di Confsercenti Vincenzo Schiavo. “Il numero di denunce di racket ed estorsioni a Napoli – ha rimarcato Luigi Cuomo, presidente nazionale di Sos Impresa – è leggermente aumentato ma è ancora insufficiente rispetto alla quantità di reati che noi percepiamo e sappiamo esserci.
Tuttavia, se il numero di denunce è basso, forse è anche responsabilità della stessa magistratura e delle forze dell’ordine che, su questo territorio, potrebbero e dovrebbero fare di più. Una vittima di usura, quando denuncia non riesce a intercettare la giustizia in tempi utili. Spesso il riscontro giudiziario arriva dopo anni. Gli ultimi maxi blitz delle forse dell’ordine a cui abbiamo assistito, risalgono a fatti criminale accaduti 3 o 4 anni fa”. Il Procuratore capo ha teso la sua mano e ha rassicurato sulla disponibilità del suo ufficio: “se avete amici in difficoltà – ha concluso Gratteri rivolgendosi ai presenti – invitateli a venire a farsi una chiacchiera con me. Sappiate che da oggi in poi avete una opportunità in più”. Nella palude criminale di Napoli Gratteri propone la Procura come collante nella sfiducia verso le istituzioni: qui si gioca la partita di avere un tessuto economico sano e legale.