Nancy Pelosi a Taiwan? La tensione tra Stati Uniti e Cina sta crescendo sempre di più. Pechino ha dichiarato di essere pronta a passare al contrattacco nel caso in cui l’ingerenza di Washington rispetto all’isola dovesse essere confermata.
Nancy Pelosi a Taiwan? Cresce la tensione tra Usa e Cina in attesa della visita
L’aereo americano che ha portato la presidente della Camera dei rappresentanti di Washington, Nancy Pelosi, in Malesya è ripartito dalla capitale Kuala Lumpur. Lo riferiscono i media locali e il sito web di monitoraggio dei voli Flightradar24. A causa delle misure di sicurezza estremamente accurate, i media non hanno avuto la possibilità di constatare con certezza che il membro del Governo statunitense e la sua delegazione siano effettivamente saliti a bordo del velivolo. Recenti indiscrezioni, tuttavia, hanno indicato che la Pelosi dovrebbe atterrare all’aeroporto militare di Songshan, a Taipei, entro le 22:20 ora locale di martedì 2 agosto dopo un volo di circa quattro ore.
Fonti vicine alla speaker, inoltre, hanno rivelato che sarebbe in programma un incontro con il presidente di Taiwan, Tsai Ing-Wen. Il leader taiwanese non confermato né smentito l’informazione riportata dalla stampa.
Intanto, nella giornata di martedì 2 agosto, è stato registrato un allarme bomba all’aeroporto internazionale civile e militare Taoyuan di Taiwan, differente da quello presso il quale dovrebbe atterrare il velivolo che trasporta Nancy Pelosi.
Secondo quanto riferito dalla polizia di frontiera, citata dall’agenzia Cna, le misure di sicurezza sono state incrementateed è stata inviata una “squadra speciale” per garantire la sicurezza dello scalo e dei voli. Nonostante l’allarme bomba, non sono stati trovati ordigni esplosivi né oggetti sospetti sul posto.
Pechino: “Washington ne pagherà il prezzo”
L’ipotesi della visita di Nancy Pelosi a Taiwan è stata considerata come una provocazione da Pechino. Le tensioni, infatti, stanno gradualmente crescendo nelle ultime ore tra gli Stati Uniti e la Cina. Il clima è particolarmente agitato anche nello Stretto di Taiwan.
Qualora l’incontro tra Pelosi e Ing-Wen si dovesse verificare, la Cina ha avvertito che gli Stati Uniti “pagheranno un prezzo”. Pechino ha affermato di essere pronta ad adottare tutte le misure necessarie se la speaker dovesse effettivamente recarsi sull’isola al fine di “garantire la sovranità e gli interessi” del Paese.
In occasione di una conferenza stampa, la portavoce del Ministero degli Esteri Hua Chunying ha sottolineato che la visita a Taiwan sarebbe “sconsiderata e provocatoria”, sottolineando che le eventuali conseguenze sarebbero da imputare esclusivamente agli Usa. La portavoce, infatti, ha precisato: “La parte statunitense si assumerà la responsabilità e pagherà il prezzo per aver minato la sovranità e gli interessi della Cina”.
Intanto, Pechino ha sospeso nella notte l’import di beni alimentari da oltre 180 imprese di Taiwan: l’iniziativa assume i contorni di una ritorsione. I media taiwanesi, infatti, hanno sottolineato che l’improvvisa mossa delle Dogane cinesi causerà un duro colpo” all’industria alimentare locale, tra agricoltura e pesca. Le Dogane, invece, hanno contestato “la violazione delle normative pertinenti e interrotto d’urgenza l’import”.
Nancy Pelosi a Taiwan? Il commento di Maria Zakharova
Nancy Pelosi a Taiwan? L’ipotesi di una visita americana a Taiwan è stata commentata anche dalla portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, sul suo canale Telegram. La portavoce russa si è scagliata contro gli Stati Uniti, dichiarando: “Washington sta portando la destabilizzazione nel mondo. Non un solo conflitto risolto negli ultimi decenni, ma molti ne hanno provocati – e ha aggiunto –. La Cina ha sospeso le importazioni di una serie di prodotti alimentari da Taiwan. Secondo la Central News Agency dell’isola, la mossa viene interpretata come una ritorsione per una probabile visita a Taipei di Nancy Pelosi. Si segnala che la lista nera include aziende impegnate nella produzione di tè, frutta secca, miele, fave di cacao e ortaggi. Il divieto include anche i prodotti di circa 700 pescherecci”.