L’Italia apra le sue porte ai migranti economici: è la richiesta in netta controtendenza rispetto alle posizioni sinora assunte dal Governo Meloni espressa dal ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare, Nello Musumeci. Le posizioni dell’esecutivo, infatti, sembrano rivoltarsi come un guanto se l’arrivo dei migranti nel Paese è mirato all’assegnazione delle migliaia di posti di lavoro non occupati dagli italiani.
Musumeci sui migranti economici: “L’Italia apra le sue porte, serve una nuova forza lavoro”
Migranti sì, migranti no. Il Governo Meloni ha le idee confuse su molti punti, come dimostrano i tanti passi falsi e le innumerevoli retromarce. In ordine di tempo, l’ultimo nodo sul quale l’esecutivo non sembra essere compatto riguarda proprio i migranti. Mentre le opposizioni continuano a scagliarsi contro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per la strage di Cutro, il ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare Nello Musumeci mira all’accoglienza dei cosiddetti migranti economici.
L’ex governatore della Sicilia, in occasione di un’intervista rilasciata a La Stampa, ha chiesto che l’Italia apra le porte ai migranti economici in modo da porre fine allo stillicidio che ha causato oltre 26 mila vittime nel Mar Mediterraneo. Non solo. Il ministro ha anche sottolineato che i corridoi umanitari non sono sufficienti a colmare la lacuna di migliaia di posti di lavoro che gli italiani non riescono a occupare.
Ribadendo di voler parlare non solo la esponente del Governo Meloni ma anche “da siciliano” e da uomo che “ha vissuto il dramma dell’emigrazione in famiglia”, Musumeci ha chiesto di introdurre “un processo graduale di accesso pure per i migranti economici”.
Oltre 300mila posti vuoti: la denuncia di Confindustria
Durante l’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro in quota Fratelli d’Italia ha ricordato che “Confindustria ha parlato di 300mila posti vuoti”. E ha osservato: “Di fronte alla crescente denatalità italiana, una nuova forza lavoro diventa realmente necessaria. L’arrivo di migranti deve avvenire secondo le norme, in sicurezza, e deve proseguire con un graduale processo d’integrazione. In altre parti d’Italia, in passato, ha portato a risultati positivi. L’integrazione è un processo lento ma inevitabile, ma anche un percorso formativo per acquisire un’abilità professionale”.
Per i migranti economici, l’ex governatore della Sicilia ha ribadito di avere in mente “un processo graduale di accesso che potrebbe essere comunque avviato”. Subito dopo, poi, ha precisato che il ragionamento sarebbe incompleto “se non dicessi che la premier Meloni punta soprattutto sulla cooperazione e la crescita dei paesi poveri da cui provengono i migranti. Perché privarli di risorse vuol dire danneggiare quei territori. E condannarli al degrado economico e sociale”.
Infine, Musumeci ha concluso l’intervista, ribadendo: “È importante ricordare che in Italia negli ultimi trent’anni la delegittimazione del lavoro manuale ha prodotto un danno impressionante tra i nostri giovani. A cui invece dobbiamo ricordare che il camice bianco di un primario ha la stessa dignità della tuta sporca di un meccanico”.