di Valeria di Corrado
“Metterò le mani nelle municipalizzate per capire come si è arrivati a una situazione debitoria così drammatica, a partire da Atac e Ama”. Quella di Marcello De Vito, candidato sindaco per il Movimento Cinque Stelle alle elezioni comunali di Roma, è una promessa che suona come una minaccia. Al contrario di quello che si dice sui grillini eletti in Parlamento, De Vito ha una grande preparazione in materia. Non ha certo bisogno di un corso accelerato su come funzionano le istituzioni. Laureato in giurisprudenza, esercita la professione di avvocato ed è anche un esperto in appalti pubblici, pur avendo solo 38 anni. Dopo il taglio ai costi della politica e l’autoriduzione degli stipendi di deputati e senatori, l’operazione trasparenza di M5S si sposta ora sul Campidoglio.
Su cosa verterà il suo programma?
Rivoluzioneremo la mobilità, puntando su metropolitane leggere, tram, isole pedonali (ai Fori Imperiali, ad esempio), piste ciclabili, car sharing e car pooling. È assurdo che a Roma nelle ore di punta circolino 390 mila auto contemporaneamente: praticamente un romano su 7. Esiste un piano quadro sulla ciclabilità che non è mai stato messo in pratica. Il nostro obbiettivo è realizzare mille chilometri di piste ciclabili in tre anni. Ci sarà una totale trasparenze nella concessione degli appalti. Anche in questo utilizzeremo la rete e sperimenteremo il “green public procurement” (l’appalto verde della pubblica amministrazione).
C’è un errore che ha accomunato l’amministrazione di centrosinistra e quella di centrodestra?
Sia Veltroni che Alemanno hanno sperperato le risorse del Comune, facendo scelte sbagliate. Sono stati stipulati contratti derivati poco chiari. Chi vincerà le prossime elezioni avrà in eredità un debito da 13 miliardi di euro. E la mala-gestione delle municipalizzate, con lo “scandalo Parentopoli” che ha trascinato con sé, è una delle fonti principali di questo spreco di soldi pubblici (basti pensare che Atac nel 2010 ha accumulato 300 milioni di debiti, 180 milioni nel 2011). Ogni singola assunzione deriverà da concorsi pubblici.
E sui rifiuti?
Sono contrario a inceneritori e discariche. Con il Movimento abbiamo studiato un piano per arrivare al 65% della raccolta differenziata. L’esperimento nel IV municipio, dove tra l’altro abito, non è stato efficace. Alemanno ha fallito anche su questo.
Se dovesse arrivare al ballottaggio, tra Alemanno e Marino chi pensa riuscirebbe a battere con più facilità?
È indifferente. Penso di avere le stesse chance con entrambi. E comunque sono ottimista anche sul risultato finale.
Se invece non dovesse arrivare al ballottaggio, chi dei due sosterrebbe?
Nessuno dei due. Non riteniamo opportuno allearci con i partiti. Soprattutto con quelli legati alla vicenda di Monte dei Paschi di Siena.
È vero che il 27% dei romani alle scorse elezioni politiche ha votato “5 Stelle”, ma se si dovesse tornare alle urne ora pensa si otterrebbe lo stesso risultato?
Penso che se venisse data alle commissioni parlamentari la possibilità di cominciare a funzionare, il Movimento riuscirebbe ad avere un consenso elettorale anche più ampio a un’eventuale prossima tornata elettorale. Anche perché si darebbe la possibilità di ripristinare la centralità del Parlamento.
Tra le critiche più frequenti rivolte a M5S ci sono l’impreparazione politica dei grillini eletti e la loro forte dipendenza da quello che dicono Grillo e Casaleggio.
Ognuno ha le sue competenze. Nel Movimento ci sono gruppi di persone esperte che si occupano di diversi temi. Le decisioni da un anno a questa parte vengono prese sulla rete internet. Non c’è nessun condizionamento. Poi è ovvio che si svolgono anche riunioni “dal vivo”. E sono quasi all’ordine del giorno.
Lei che rapporto ha con Grillo e Casaleggio?
Con Beppe ho parlato per 5 minuti lo scorso 11 gennaio, in occasione della presentazione delle liste. Mentre Casaleggio l’ho incontrato lunedì per la prima volta. Il suo numero di telefono me l’ha dato solo in quell’occasione.
E che idea si è fatto di lui? Per molti è considerato il “deus ex machina del movimento”.
È una persona con la dote dell’estrema sintesi. Risponde andando subito al sodo del problema. Non è vero che detta la linea da seguire. Molti tra i grillini entrati in Parlamento non l’hanno nemmeno mai conosciuto.
Quindi lei ha avuto ampia autonomia nella scelta del programma e della strategia da seguire per la sua campagna elettorale?
Per quanto riguarda il programma Casaleggio mi ha soltanto chiesto di insistere sulle linee portanti del Movimento: le nostre cinque stelle. Sul resto mi ha lasciato l’autodeterminazione, senza entrare nel merito dei punti. Per quanto riguarda invece la campagna elettorale, abbiamo programmato insieme come si svolgerà l’evento finale. La location sarà una piazza del centro di Roma, ma non San Giovanni.
Eppure ha portato fortuna alle elezioni politiche il comizio conclusivo di Grillo in quella piazza.
Sì è vero. Ma credo sia difficile ripetere un evento così perfetto.
Quanto pensa di spendere per la sua campagna elettorale?
Quello che avrò a disposizione dalle donazioni al Movimento. Comunque credo poche migliaia di euro. Stiamo valutando se utilizzare o meno in manifesti elettorali. Probabilmente punteremo di più sui volantini.
La sua adesione al Movimento è abbastanza recente, meno di un anno. Cosa l’ha spinta a prendere questa decisione?
La volontà di impegnarmi socialmente. È stata una frase di Beppe ha darmi l’imput: “ognuno deve prendere una parte della propria vita e dedicarsi agli altri”. Fino a quel momento mi ero concentrato solo su famiglia e lavoro. Ero una persona informata, ma non avrei mai scelto di entrare in politica, così come è stata concepita finora. Il Movimento invece è un laboratorio, dove più persone che prima votavano partiti diversi si ritrovano a confrontarsi.
Nella sfida per il Campidoglio posso contare su un’ottima squadra, composta da persone che da mesi si ritrovano per pulire i parchi in stato di abbandono e per organizzare eventi nei mercati e nelle piazze della città.
Siamo convinti che si possa fare politica con il solo entusiasmo e a zero euro.