La scalata è ufficialmente partita. L’assemblea degli azionisti di Mps ha votato l’aumento di capitale per l’Ops su Mediobanca. Un primo passo concreto nel tentativo di scalare Mediobanca, una mossa che darebbe vita al terzo polo bancario che tanto piace al governo e che spera di poter così avere un nuovo istituto, più forte, vicino. L’assemblea degli azionisti di Monte dei Paschi di Siena ha votato, con il parere favorevole dell’86,48% dei presenti, l’aumento di capitale per l’Ops. Una maggioranza larghissima che permette di dare al consiglio d’amministrazione la delega per l’aumento che necessitava dell’approvazione di due terzi dei presenti.
Voto contrario, invece, soltanto dall’11,81%. Era presente il 73,6% del capitale, poco sotto la quota del 75% ritenuta come quella di sicurezza. Considerando la percentuale dei presenti in assemblea, l’aumento di capitale è stato approvato dal 63,6% del totale del capitale sociale dell’istituto senese. Ora, come spiega l’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, ci si attende che l’offerta su Mediobanca possa svolgersi tra giugno e luglio, dopo che la banca avrà ricevuto tutte le autorizzazioni per procedere. Intanto la maggioranza di governo festeggia per l’aumento di capitale che avvicina la scalata di Mediobanca. Lo fa per esempio il senatore leghista, Claudio Borghi, parlando del “turnaround” di Mps “da banca distrutta a fortissimo polo aggregatore”, una trasformazione che “potrebbe essere uno dei più grandi successi di questo governo e della Lega”. “Quello che il Pd aveva incenerito è risorto dalle ceneri con un enorme lavoro di un management eccellente e di una visione strategica”, aggiunge Borghi.
Mps, cambiano gli equilibri interni
Prima dell’assemblea, intanto, sono cambiati i pesi interni all’istituto. Delfin e il gruppo Caltagirone sono i protagonisti assoluti, rafforzando la loro posizione di maggiori azionisti privati della banca. Entrambi hanno aumentato le partecipazioni, pur restando dietro al Mef che detiene l’11,73% ed è il primo azionista. Caltagirone è diventato ora il primo socio privato, avendo quasi raddoppiato la sua quota fino al 9,96%. Sale di poco Delfin, al 9,86%. Non cambia la situazione degli altri grandi soci come Banco Bpm (5%) e Anima (3,99%). Che si erano già detti favorevoli all’Ops, come anche Algebris. Enpam, Inarcassa, Pimco e Norges Bank.
Lovaglio ha assicurato che la banca “è più che pronta per guidare un nuovo processo di sviluppo industriale che unendo le forze con Mediobanca può creare valore da subito a vantaggio di tutti gli azionisti e gli stakeholders”. Dopo il voto dell’assemblea straordinaria, lo stesso Lovaglio ha parlato di una “operazione innovativa” che “segna un nuovo modo di avviare il consolidamento bancario: siamo molto orgogliosi che i nostri azionisti ci abbiano appoggiato, questo ci dà un’ulteriore spinta di fiducia”.