Non c’è pace in casa Pd. Si separano anche sul come e quando fare opposizione. Il segretario Nicola Zingaretti sta portando da giorni avanti la richiesta perché il governo, ovvero premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, riferiscano in Parlamento sul caso dei presunti fondi russi alla Lega. Giuseppe Conte ha subito risposto indicando data (24 luglio), luogo (Senato) e modalità (informativa) del suo intervento. Il vicepremier leghista ha borbottato solo che ci andrà presto, senza ulteriori dettagli.
Sì, NO, BOH… L’ex ministro Maria Elena Boschi e l’ex premier Matteo Renzi hanno sparigliato le carte in tavola al loro segretario con la richiesta di una mozione di sfiducia a Salvini. “Se l’opposizione non la fa oggi, quando mai potrà farla? Vedremo – dice Boschi – se il M5S avrà coraggio oppure salveranno Salvini per la seconda volta”. Scatenati i renziani: “Io l’avrei fatta mesi fa dopo i casi Diciotti e Sea Watch”, dice Matteo Orfini. Eppure al Nazareno, dove Zingaretti aveva chiamato a raccolta i vice e i capigruppo, la linea tracciata era stata opposta: ovvero prima sentire cosa dice il governo in Aula e poi eventualmente presentare una mozione di sfiducia. Che se venisse presentata subito avrebbe, come ribadisce l’europarlamentare dem Carlo Calenda, l’effetto di ricompattare il governo.
Al Nazareno si fa notare, con malizia, che i renziani sono pronti a tendere una mano alla maggioranza perché temono un ritorno al voto dal momento che tanti non verrebbero ricandidati. “Bisogna ragionare in termini di rispetto dei ruoli istituzionali – dice a La Notizia la senatrice dem Monica Cirinnà -. Se chiedi di riferire in Aula, per correttezza prima ascolti e poi eventualmente presenti mozioni di sfiducia”. Non la pensa così il deputato del Pd Michele Anzaldi: “Sbaglia Cirinnà”, controbatte sempre a La Notizia, “Aspettare cosa? Salvini non ha fornito nessuna data per un suo intervento. La mozione di sfiducia prima si presenta meglio è. Poi si fa sempre in tempo a ritirarla o a ripresentarla”. Continua Anzaldi: “Che significa dire che con la mozione si ricompatterebbe il governo? Il nostro obiettivo è fare opposizione, garantire che vengano fatte politiche nell’interesse dei cittadini”.
E sulle voci che i renziani temano di tornare subito alle urne? “A parte che si tornerebbe a votare senza taglio dei parlamentari, mi auguro che la compilazione delle liste avvenga in base a principi meritocratici e non di simpatia o di appartenenza a un’area”. “In una situazione normale – scrive la vicepresidente del Pd Anna Ascani. – la mozione di sfiducia andrebbe presentata dopo l’eventuale presentazione di Salvini alle Camere ma non è questo il caso. Salvini, con la complicità di Di Maio, continua a scappare e a farsi beffe del Parlamento. Il dovere di un’opposizione seria è smascherare questo teatro. Invece nel Pd c’è chi preferisce alimentare veleni anonimi deputati ‘vicini al segretario’ che insultano chi propone che si vada davvero fino in fondo sul caso Russia”. E all’orizzonte un nuovo caso minaccia la serenità in casa Pd: l’annullamento dell’elezione di Davide Faraone, renziano doc, a segretario regionale in Sicilia.