Giorgio Orsoni se ne va. Il sindaco di Venezia, che solo ieri a pochi minuti dalla revoca degli arresti domiciliari e l’accordo con la Procura per patteggiare 4 mesi aveva dichiarato che non avrebbe lasciato la poltrona di primo cittadino, si è invece dimesso. “Ho voluto un segno chiaro della mia lontananza della politica con la revoca della giunta”.E’ con grande amarezza”, ha detto Orsoni in una conferenza stampa stamane, “ma ho sempre operato nell’interesse della città. Ci sono state reazioni opportunistiche ed ipocrite, anche da parte di elementi della giunta”.
In una lettera al premier Matteo Renzi i motivi delle dimissioni.
La decisione di Vulpi arriva dopo quella che in molti hanno definito una scomunica da parte del Partito Democratico. “Siamo umanamente dispiaciuti per la condizione in cui si trova Giorgio Orsoni”, avevano affermato in una nota Debora Serracchiani, vice segretario nazionale Pd e governatore del Friuli Venezia Giulia e Roger De Menech, segretario regionale del Pd Veneto, “ma dopo quanto accaduto ieri, e a seguito di un approfondito confronto con i segretari cittadino, provinciale e regionale del Pd, abbiamo maturato la convinzione che non vi siano le condizioni perché prosegua nel suo mandato di sindaco di Venezia”.