Mosca potrebbe avere ben presto un’arma in più contro i cosiddetti Paesi ostili. E stavolta non è né un nuovo missile ipersonico né un nuovo ultimatum sulle forniture di gas. È un’arma che colpisce gli affetti e frena i sogni di migliaia di famiglie. La Russia – lo hanno scritto nero su bianco un gruppo di parlamentari in una proposta di legge presentata alla Duma – vuole vietare le adozioni dei suoi bambini da parte di cittadini di Paesi “non amici”. E tra questi, ovviamente, da quando Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina, ci siamo anche noi.
Adozioni bambini russi, Mosca vuole estendere il divieto già previsto da una norma del 2012 a tutti i Paesi che il Cremlino considera ostili
Se verrà approvato, il disegno di legge amplierebbe una precedente norma che risale al 2012 che già vietava alle famiglie statunitensi di adottare minori della Federazione russa. All’epoca il divieto suscitò polemiche e indignazione, con i critici del Cremlino che sostenevano che gli orfani russi – molti dei quali con difficoltà fisiche o mentali – nella ricerca di una famiglia fossero finiti nel mezzo di una lite tra Washington e Mosca.
Il nuovo disegno di legge, pubblicato lunedì sul sito web della Camera bassa del Parlamento russo, propone di estendere il divieto in vigore da dieci anni nei confronti degli Stati Uniti anche ai cittadini dei Paesi “che commettono azioni ostili” contro la Russia. L’elenco, stilato dal Cremlino, come rappresaglia alle sanzioni imposte da molti Stati occidentali in seguito all’invasione dell’Ucraina, include Stati Uniti, Australia, Canada, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Giappone, Corea del Sud e tutti i Paesi membri dell’Unione europea.
“Il disegno di legge – precisa una nota esplicativa allegata alla bozza pubblicata sul sito della Duma – propone di vietare l’adozione e il collocamento sotto tutela degli orfani russi e dei bambini lasciati senza cure parentali a cittadini di Stati stranieri inclusi nell’elenco degli Stati e territori stranieri approvato dal governo della Federazione Russa che commettono azioni ostili contro la Federazione Russa”.
Ovviamente non è ancora così. Mosca potrebbe cambiare idea, ma intanto l’iter è partito. Il disegno di legge, che prevede di estendere a tutti i Paesi “ostili” il divieto di adottare bambini russi, dovrà essere prima approvato da entrambe le camere e poi firmato dallo stesso Putin.
Secondo i dati annuali della Commissione per le adozioni internazionali, al 31 dicembre 2021 le procedure ancora pendenti, presentate in Russia da cittadini italiani, erano 270, 33 le adozioni concesse nell’arco dello stesso anno. Nel 2020, a causa della pandemia, si era toccato il numero più basso con soli 23 bambini che erano riusciti a trovare una famiglia in Italia, a fronte dei 126 del 2019.
I bambini russi restano in Russia, ma quelli ucraini no
I bambini russi restano in Russia, ma quelli ucraini no. Nei giorni scorsi era stato proprio il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a denunciare quella che sembra avere i contorni di una vera e propria tratta. Mosca, secondo le autorità di Kiev, avrebbe rapito negli orfanotrofi ucraini – a scopo d’adozione da parte di famiglie russe – almeno 200mila bambini, anche se il numero esatto è ancora da stabilire.
Una deportazione favorita da una norma approvata dal Cremlino a maggio, attraverso un emendamento a una misura del 2019, che prevede che i minori ucraini, rimasti orfani o separati dai genitori nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk e nelle regioni i Zaporizhzhia e Kherson, siano “russificabili” con effetto immediato.
L’Onu ha aperto un’inchiesta a giugno, ad annunciarlo era stata l’Alta commissaria per i diritti umani, Michelle Bachelet, confermando che i suoi ispettori erano impegnati nel verificare “le accuse di deportazioni forzate di bambini dall’Ucraina verso la Federazione di Russia”.
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