Mosca avanza su tutto il fronte e conquista un villaggio dopo l’altro, ma Kiev crede ancora nella vittoria e chiede altri sforzi agli alleati

Mosca avanza su tutto il fronte e conquista un villaggio dopo l'altro, ma Kiev crede ancora nella vittoria

Mosca avanza su tutto il fronte e conquista un villaggio dopo l’altro, ma Kiev crede ancora nella vittoria e chiede altri sforzi agli alleati

Quasi quotidianamente, le truppe di Mosca continuano a guadagnare terreno lungo tutta la linea del fronte, conquistando un villaggio dopo l’altro, mentre l’Ucraina è costretta sulla difensiva e si limita a sporadici attacchi con droni in territorio russo. Dal campo di battaglia, dunque, non sembrano arrivare buone notizie per Volodymyr Zelensky e i suoi alleati.

Eppure, il consigliere del capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, sembra pensarla in modo diametralmente opposto, tanto da affermare che “la situazione al fronte sta migliorando”, poiché l’Ucraina “è riuscita a effettuare alcune rotazioni di militari e a incrementare le riserve” di munizioni. Proprio per questo motivo, il fedelissimo di Zelensky si è detto ottimista sulla riuscita del “piano della vittoria ucraina”, che prevede una strategia dettagliata comprendente azioni militari – tra cui il permesso di colpire con armi occidentali in territorio russo – e aspetti economici, politici e diplomatici, per costringere la Russia a porre fine alle ostilità.

Ottimismo immotivato

Un ottimismo che appare difficilmente comprensibile, considerando che, sul piano di pace, gli Stati Uniti sono apparsi freddi, con il Pentagono che lo ritiene eccessivamente incentrato sull’invio di ulteriori armi e privo di una strategia di lungo periodo. Inoltre, quanto emerge dal fronte non sembra avvalorare tale visione. Nelle ultime ore, come accade ormai da settimane, l’esercito di Vladimir Putin ha annunciato nuove conquiste, questa volta nella regione di Zaporizhia.

Si tratta del villaggio di Kamenskoye, sulla riva sinistra del Dnepr, e della cittadina di Levadne. Secondo Vladimir Rogov, presidente della commissione per la sovranità della Federazione Russa, “i combattimenti proseguono nella direzione di Stepnogorsk, per il villaggio di Kamenskoye”, con l’avanzata delle truppe di Mosca che appare inarrestabile e che sta “gradualmente spingendo il nemico a ritirarsi verso la periferia settentrionale”. Dal canto suo, l’Ucraina ha tentato un contrattacco colpendo la città di Kremennaya, nella Repubblica Popolare di Lugansk, dove, secondo Rodion Miroshnik, ambasciatore delegato dal ministero degli Esteri russo per i “crimini del regime di Kiev”, sarebbero rimasti feriti “quattro civili”.

Inoltre, l’esercito di Kiev ha annunciato di aver distrutto un aereo da trasporto militare russo in una base nella regione di Orenburg, negli Urali meridionali, ben lontano dal confine tra i due Paesi, con l’intento di indebolire la logistica delle forze di Mosca. Il problema è che questi due piccoli – ma comunque significativi – successi militari rischiano di essere vanificati dalle “perdite devastanti” subite dall’esercito ucraino nella regione di Kursk. Lo ha riferito il ministro della Difesa russo, il quale ha dichiarato che una colonna di mezzi e uomini ucraini, impegnata nell’ennesima incursione nell’oblast di confine, sarebbe stata letteralmente annientata dalle micidiali bombe plananti.

I timori tedeschi davanti all’avanza inarrestabile di Mosca

Insomma, non sembra esserci stata alcuna svolta a favore di Kiev. Anzi, il ministro della Difesa tedesco, contraddicendo il governo ucraino, si è detto “estremamente preoccupato” per l’avanzata russa in Ucraina e convinto che “un’offensiva per liberare il proprio territorio non è attualmente fattibile per Kiev”. Come se non bastasse, il presidente dei servizi di intelligence tedeschi, Bruno Kahl, parlando davanti al Parlamento tedesco, ha dichiarato che “al più tardi entro la fine di questo decennio, la Russia potrebbe essere in grado di sferrare un attacco alla NATO”. Che la situazione sul campo di battaglia sembri sorridere a Mosca lo sanno bene anche al Cremlino.

Il portavoce dello zar, Dmitry Peskov, deciso a mantenere il vantaggio acquisito sul campo, è tornato a minacciare una possibile escalation nucleare del conflitto, così da scoraggiare gli alleati dal fornire ulteriore supporto a Kiev. Peskov ha spiegato che sarebbe necessario un contatto diretto con gli Stati Uniti per giungere a un nuovo accordo sulla riduzione degli armamenti atomici, salvo poi aggiungere che, se la situazione dovesse peggiorare, la Russia sarebbe “pronta a usare il proprio arsenale atomico”.