di Roberto Mancini
Iniziato e subito rinviato. È durato pochi minuti il processo che ieri si è aperto presso l’Accademia di Polizia del Cairo, all’ex presidente egiziano Mohammed Morsi. Per lui l’accusa è d’incitamento all’omicidio. La prima udienza è stata sospesa poco dopo l’apertura perché gli imputati scandivano slogan contro i giudici contestando la legittimità della corte, ed è stata rinviata all’8 gennaio. L’ex presidente islamista, finora rinchiuso in una località segreta, sarà trasferito nella prigione di Borg el Arab ad Alessandria e non alla prigione di Tora, al Cairo, come aveva annunciato il precedenza un legale della Fratellanza, insieme agli altri 14 dirigenti alla sbarra.
Gli imputati
Tra i coimputati Essam el-Erian, il vicepresidente del partito Libertà e Giustizia, braccio politico della Fratellanza Musulmana, e Mohammed al-Beltagi, membro del suo esecutivo, arrivati in tribunale su veicoli blindati. L’esponente dei Fratelli Musulmani, eletto il 24 giugno 2012 e deposto lo scorso 3 luglio, è arrivato in elicottero nell’accademia di polizia del Cairo. È la prima apparizione in pubblico per l’ex presidente egiziano dal colpo di Stato militare con il quale è stato destituito. Tutti gli imputati sono accusati di incitamento all’omicidio in relazione alle proteste del 5 dicembre 2012 davanti al palazzo presidenziale del Cairo, in cui morirono 10 persone. Tutti rischiano la pena di morte.
Le parole in aula
Morsi si è rifiutato di presentarsi in aula indossando l’uniforme da detenuto. L’ex presidente non ha mai smesso di rivendicare l’illegittimità delle proteste contro di lui e dell’azione che lo ha deposto. Così, appena presa la parola, i suoi sostenitori hanno iniziato a scandire slogan contro i militari. . Rivolgendosi ai giudici, l’ex presidente ha chiesto che al suo posto vengano processati gli autori del colpo di Stato che lo ha deposto a luglio e ha accusato i vertici militari di tradimento. Morsi, poi, ha denunciato che il processo è «una farsa» per coprire quel che accadde il 3 luglio: “Fu un colpo di Stato militare, sono i leader di questo golpe che devono essere processati perchè un golpe è un tradimento e un crimine”. “Io sono il presidente della Repubblica e questo tribunale è illegale”, ha aggiunto, vestito con una tuta sportiva bianca e blu e apparso in buona salute.
Gli scontri
Una vigilia, quella del processo, segnata da tensioni nella capitale egiziana. Tanto che le tante manifestazioni di solidarietà da parte dei seguaci della Fratellanza hanno costretto il servizio d’ordine a schierare mezzi anti-sommossa e veicoli blindati attorno all’accademia di polizia, dove si stava svolgendo il processo. A migliaia hanno protestato anche davanti alla Corte Costituzionale. La capitale era in stato d’assedio: 20 mila tra agenti e militari schierati, ma le autorità avevano avvertito di esser pronti a far fronte a qualsiasi tensione. Morsi, è stato deposto e arrestato, dopo imponenti manifestazioni popolari contro di lui e il suo governo, accusati di autoritarismo e incapacità di affrontare la gravissima crisi economica del paese.
Durante i quattro mesi di detenzione, non è stato consentito a Morsi di incontrare gli avvocati, ha parlato almeno due volte telefonicamente con la sua famiglia.