La corruzione e il malaffare saranno spazzati via. È questo l’obiettivo della nuova Commissione parlamentare antimafia che sta già lavorando a ritmi serrati sotto il coordinamento del presidente Nicola Morra. Il senatore M5S, tenendo conto del caso Calabria, regione in cui vive, non intende abbassare la guardia nei confronti delle altre emergenze italiane.
Ancora una bufera giudiziaria ha coinvolto la Regione Calabria. Che sta succedendo?
“Purtroppo non sta succedendo nulla di anomalo di quanto già non si potesse immaginare. Le infiltrazioni delle mafie nelle pubbliche amministrazioni sono sia profonde che raffinate, giocano sul filo della legalità, ma il risultato alla fine è sempre lo stesso: arricchire pochi e affamare l’economia legale”.
Le indagini fotografano una corruzione dilagante nelle pubbliche amministrazioni che ferma regioni come la Calabria, afflitta da tanti problemi.
“Non credo che si possano fare distinzioni particolari tra Sud e Nord. È vero che il Meridione d’Italia soffre maggiormente l’inquinamento delle amministrazioni a tutti i livelli, ma è anche forte la risposta dei cittadini, una forte volontà di legalità. Gli onesti sono la maggioranza ma pretendono la presenza dello Stato. Se le amministrazioni comunali, regionali non funzionano chi ne paga lo scotto sono i cittadini che non hanno servizi. La corruzione è dilagante, questo è un dato di fatto e mi auguro che con la nuova legge Spazzacorrotti si possa cominciare ad arginare il fenomeno per davvero”.
Posti di lavoro in cambio di voti è un leit motiv costante in Calabria e in altre regioni del Sud ma non solo. Come si combatte il voto di scambio?
“Lo si combatte cancellando la corruzione. Se si crea un’economia legale, sana, non corrotta, si ha vero mercato e concorrenza, si ha la possibilità di investimenti e creazione di posti di lavoro. È un dato di fatto non un libro dei sogni. La Calabria ma così anche le altre regioni del Sud sono terre di immane bellezza perché non possono sviluppare un’economia forte? Le amministrazioni devono essere pulite e sostenere questi interessi e non le mafie che invece come un cancro uccidono economia, speranza e futuro”.
Nella provincia di Cosenza in particolare, ci sarebbe un legame sempre più forte tra mafia e politica. Come si può spezzare?
“Si spezza con leggi severe, infatti abbiamo già riformato il 416ter, ma anche e soprattutto attraverso una selezione seria della classe politica che deve essere sempre scrutinata”.
Mafie e corruzione soffocano l’economia costringendo la parte sana della società ad espatriare. La legge anticorruzione risolverà il problema?
“L’intento è proprio quello. È la prima vera legge anticorruzione fatta dopo Tangentopoli, una legge che i cittadini italiani attendevano da 27 anni. Sono molto fiducioso che avvertiremo presto gli effetti benefici di questa legge. Molti i passaggi importanti come il Daspo per i corrotti dalla pubblica amministrazione e l’agente infiltrato. Elementi che renderanno impossibile, mi auguro, la vita per corrotti e corruttori”.
Quali sono adesso le priorità e le urgenze della Commissione?
“Contrastare la mafia dei colletti bianchi, quelli che alla lupara preferiscono le transazioni finanziarie. Particolare attenzione anche alla Trattativa Stato-mafia. Vogliamo fare un lavoro che si basa sull’ascolto di chi lavora quotidianamente sul campo”.