Sembra giungere a un epilogo la vicenda che vede come protagonista la vice presidente della regione Lombardia Letizia Moratti che in seguito alla sua volontà di candidarsi alle regionali 2023 con una propria lista civica ha scatenato un tango queer di corteggiamenti da parte del Partito democratico e del cosiddetto Terzo polo, oltre a qualche tensione all’interno della sua maggioranza nella quale si è imposta su tutti la volontà del governatore uscente Attilio Fontana di mantenere ancora una volta lo scettro di unico candidato della coalizione di centrodestra.
Il Governo propone la presidenza dell’Eni all’ex ministra Letizia Moratti in cambio del ritiro della candidatura in Lombardia
A tentare una mediazione sulla base di una maggiore offerta è stato il segretario della Lega Matteo Salvini, neo ministro alle Infrastrutture e alla Mobilità che, il 26 ottobre a Roma, ha incontrato l’assessora regionale al Welfare nel suo dicastero per fare il punto della situazione con particolare riferimento a fondi Pnrr, investimenti e strutture sanitarie.
Il leader leghista ha assicurato il sostegno alla candidatura di Fontana da parte di Fratelli d’Italia e del suo partito ma alcune indiscrezioni parlano anche di una controproposta fatta a nome del governo di un ruolo molto prestigioso che Moratti, che ha già rinunciato alla proposta di una nomina politica di amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina 2026, non avrebbe però preso in considerazione. Supercommissario alle Olimpiadi?
Non sembra un’ipotesi realistica, vista la perdita di tempo sulla nomina del nuovo ad e le pressioni tanto del presidente del Coni Giovanni Malagò quanto del ministro dello Sport Andrea Abodi per una “decisione condivisa” da prendere al massimo entro la prossima settimana. Nel corso dell’appuntamento “molto cordiale”, come sottolineato da fonti della Lega, per convincere Moratti a uscire dalla corsa alle presidenziali lombarde e lasciare pista libera a Fontana, Salvini le avrebbe offerto un posto come sottosegretaria con portafoglio, prontamente rifiutato. Il piede nella porta di lady Letizia punterebbe a molto più in alto.
L’“opzione Moratti” per le regionali è diventata una mossa strategica di spaccatura della coalizione di centrodestra da parte del terzo polo e del partito democratico. Rispetto a Sala e a Cottarelli, l’ex sindaca vorrebbe proporsi per rappresentare un “asso piglia tutto” (secondo un sondaggio Winpoll per Scenari politici della scorsa settimana, quasi 7 lombardi su 10 non rivogliono Fontana).
Da parte sua, il leader nazionale Enrico Letta quando Moratti ha bussato alla sua porta ha lasciato aperta l’ipotesi di accoglierla in un’unica coalizione a patto che i sindaci a livello locale siano d’accordo, considerate le non poche spaccature nei confronti della leadership in seguito agli esiti delle politiche che hanno portato a rivedere la reale presenza del partito sul territorio e la vicinanza con il proprio elettorato.
“Non lo so, vorrei anche parlarci con Moratti. Ci sentiamo intanto ma credo che ci vedremo”, ha affermato Giuseppe Sala durante la Giornata della trasparenza e dell’anticorruzione, da lei nominato City manager per Expo 2015 e curioso di capire quello che intende fare la sua predecessora alla poltrona di Palazzo Marino, ancora “ampiamente in campo” per le regionali. Fonti del Pd però sono sicure: i sindaci diranno no.
Quindi come sistemare Letizia Moratti? L’idea è una nomina tanto politica quanto aziendale che potrebbe vederla, sulla base delle competenze e dei meriti imprenditoriali di famiglia in un periodo segnato dalla crisi economica, sociale ed energetica, come successore di Lucia Calvosa alla presidenza dell’Eni. Letizia Moratti all’Eni per non creare intralci al leghista Attilio Fontana.