di Vittorio Pezzuto
Adesso che il sole del consenso e della piaggeria è definitivamente tramontato sul suo regno, Mario Monti è costretto a industriarsi per fare notizia e segnare con frasi a effetto le sue rarefatte comparsate televisive. Intervistato ieri negli studi di Unomattina, l’ex presidente del Consiglio se n’è ad esempio uscito con un sorprendente endorsement dei deputati pentastellati che con il loro ostruzionismo stanno rallentando i tempi di approvazione del decreto Fare: «Condivido largamente le critiche dei grillini nei confronti della partitocrazia tuttora regnante in Italia. Hanno ragione nel sottolineare molte carenze della politica, non hanno ragione quando individuano i costi della politica nei costi degli apparati che sono grandi e devono essere ridotti, ma il vero costo della politica è il non decidere o prendere le decisione sbagliata». Quindi, dismessi gli abiti a 5 stelle, ha pensato bene di travestirsi da Brunetta, invocando anch’egli un patto di legislatura che blindi la sua piccola Scelta Civica al governo e in maggioranza: «Ho suggerito al presidente Letta di preparare un contratto per regolare la vita di questa coalizione, perché la gente parla di mesi o di settimane. Il Parlamento è stato eletto per cinque anni, non c’è ragione al mondo perché dobbiamo autolimitarci». Non volendo appunto autolimitarsi, Monti si è così calato in testa il berretto antiberlusconiano: «In materia fiscale non c’è larghezza di mezzi oggi in Italia – ha spiegato con un sorriso tagliente – e su questo aveva avuto una grande intuizione in campagna elettorale il presidente Berlusconi quando addirittura voleva rimborsare l’Imu pagata nel 2012 e aveva detto: “Sapete che cosa? Se lo Stato non ha abbastanza soldi ce li metto io personalmente”. Questa possibilità è ancora aperta». Uno sfoggio inatteso di ironia che non è piaciuto ai suoi alleati. «Temo che non abbia ancora elaborato fino in fondo le ragioni della sconfitta del suo piccolo partito» è stata la diagnosi di Sandro Bondi mentre Renato Brunetta ha deciso di dedicargli uno dei suoi numerosi comunicati stampa: «La Grosse Koalition comporta la spiritosa presenza del professor Monti. Il Grosse Rosikonen ha ragione a ricordare agli italiani gli impegni presi dal Pdl in campagna elettorale. L’Imu versata nel 2012 sarà restituita non appena vinceremo le prossime elezioni. Monti si rassereni: vedrà tutto questo dal suo scranno di senatore a vita». Nel frattempo – vaso di coccio tra i vasi ferro del Pd e del Pdl – non gli rimane che farsi ricordare dagli italiani per il grande statista che non è riuscito a essere.