di Monica Setta
Era stato il primo nel salotto di Confindustria a prevedere che le elezioni non sarebbero servite a trovare una maggioranza netta. Rischiamo di tornare al voto, aveva detto Guidalberto Guidi, già vicepresidente di lungo corso in viale dell’Astronomia con la delega ai rapporti sindacali, leader dell’Anie, al vertice di un’azienda, la sua Ducati energia, che continua a macinare utili grazie all’internazionalizzazione.
Adesso però tornare al voto sarebbe un guaio per il Paese, meglio un governo del presidente anzi di una donna . Il nome? Quello del ministro Annamaria Cancellieri, ottima candidatura, secondo Guidi, anche per Quirinale. Ma l’imprenditore benedice anche l’ipotesi di un esecutivo targato Bankitalia con Fabrizio Saccomanni al vertice. L’importante, avverte in questa intervista a La Notizia, è che si facciano presto le riforme strutturali, a cominciare da quelle economiche.
Domanda. Lei lo aveva predetto: le elezioni non serviranno a trovare una maggioranza chiara e netta. Si apriranno scenari complessi, dal ritorno alle urne fino al governissimo Pd-Pdl. Se oggi lei fosse nei panni di Giorgio Napolitano che cosa farebbe?
Risposta. Non credo che le tre forze politiche presenti oggi in Parlamento possano trovare soluzioni atte a consentire la formazione di un Governo. Mi sembra non resti che l’ipotesi di un Governo di transizione che emani una nuova legge elettorale in grado di garantire governabilità e riporti alle urne il Paese il più in fretta possibile.
D. Nei giorni scorsi lei ha avanzato l’ipotesi di una donna al Quirinale, Annamaria Cancellieri. Oggi nel Pd ove fallisse Pierluigi Bersani si fa largo la candidatura di una donna premier. Che cosa pensa di un governo guidato dalla Cancellieri o da Anna Finocchiaro?
R. Credo che entrambe possano ricoprire con molta dignità il ruolo. Mi sembrerebbe più adatta il Ministro Cancellieri per una sua riconosciuta equidistanza dalle parti politiche. Cancellieri sarebbe un’ottima candidatura anche per il Quirinale.
D. Ma si parla molto anche di un governo tecnico affidato ad una personalità super partes della Banca d’Italia come il dg Fabrizio Saccomanni. Che cosa pensano gli imprenditori di un nuovo esecutivo tecnico?
R. Credo che il Paese debba essere governato da chi ha ottenuto la maggioranza dei consensi dei cittadini. Non mi sembra però che esistano oggi alternative di un nuovo governo del Presidente. Come sempre anche in passato, la Banca d’Italia è un serbatoio di grandi e capaci servitori dello Stato. Il Direttore Saccomanni potrebbe essere senza dubbio un’eccellente soluzione.
D. Lei ė fra coloro che pensano che il premier Mario Monti, se non fosse sceso in campo con la sua lista Scelta civica, sarebbe stato pronto adesso per rifare un governo destinato a fare le riforme ?
R. Credo che per tutti il treno passi una volta sola. Per il Presidente Monti, nonostante io lo ritenga una persona estremamente stimabile, è già passato!
D. Che cosa pensa della strategia del PDL e del futuro ruolo possibile dell’ex premier Silvio Berlusconi?
R. Durante l’ultima campagna elettorale il Pdl e il Presidente Berlusconi sono stati, insieme al movimento 5Stelle, le formazioni politiche che più hanno saputo interpretare il disagio, le paure e i motivi di scontento degli italiani.
D. I mercati in questi giorni sono stabili, non sembrano neanche troppo preoccupati dell’effetto Grillo. Come mai? È solo un’impressione?
R. L’andamento dei mercati è condizionato da un mix di situazioni interne ed esterne al Paese. Non credo, tenuto conto della variabilità cui stiamo assistendo da alcuni anni, sia possibile fare previsioni.
D. Se fosse lei domani il futuro premier quali riforme urgenti farebbe per l’economia?
R. ll rischio più grande è quello di una ulteriore de-industrializzazione con la conseguente perdita di posti di lavoro. Per prima cosa occorre chiarire che nessuno può garantire un’inversione di tendenza rapida ed indolore. Che fare? Le ricette sono quattro: a) riduzione della spesa pubblica corrente (non di pochi punti, ma drasticamente); b) riduzione della tassazione per imprese e famiglie (anche questa non di porzioni di punto ma in misura drastica); c) libera lizzazione delle norme che regolano i rapporti di lavoro con aumento delle ore lavorate a 45 ore settimanali per pubblico e privato; d) un grande piano di investimenti pubblici e privati nelle reti (trasporto su ferro, telecomunicazioni ed efficienza energetica).