Puglia e Sardegna finiscono in zona gialla e Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia in arancione. È quanto prevede la nuova ordinanza firmata oggi dal ministro della Salute, Roberto Speranza, alla luce dei dati del monitoraggio settimanale dell’Iss (leggi l’articolo).
Per quanto riguarda la Sardegna, ha determinare il cambio di colore è stata l’impennata dei ricoveri nell’ultima settimana. L’occupazione dei posti letto in area medica da parte di pazienti Covid ha infatti superato la soglia di saturazione del 15% negli ultimi due giorni. Il limite del 10% dei posti letto in terapia intensiva era già stato superato dal 6 dicembre e ora si attesa sul 15%. Anche l’incidenza dei casi è da tempo sopra i 50 per 100mila abitanti.
“Ci stiamo avvicinando verso la zona arancione, perché nonostante tutti gli sforzi fatti i reparti di Terapia intensiva sono pieni di persone non vaccinate che ci spingono verso questo colore” ha detto il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci. “La Lombardia resta in zona gialla”, ha confermato, invece, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, tornando a chiedere di “semplificare le norme di quarantena o isolamento sia per le scuole che per i cittadini”.
“Vediamo un inizio di stabilizzazione della curva. Anche l’indice Rt è in calo, si nota un rallentamento rispetto alle settimane precedenti, anche se le regioni hanno difficoltà a caricare tempestivamente i dati visto l’elevato numero di nuovi casi. C’è una crescita in tutte le regioni, ma alcune hanno una lieve controtendenza” ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, commentando i dati del monitoraggio settimanale.
“È necessario cambiare i parametri di una pandemia che cambia” ha detto, invece, il presidente della Regione Fvg e della Conferenza Regioni, Massimiliano Fedriga. “La zona gialla e arancione sono da eliminare, superate dai decreti messi in campo e penso anche che dobbiamo cambiare modo di approcciare alla pandemia”. Fedriga fa appello al “buonsenso”, perché pensare di “affrontare la pandemia come due anni fa sarebbe un fallimento. Vanno protetti gli ospedali e convinte le persone a vaccinarsi. Non sprechiamo la preziosissima forza lavoro sanitaria per fare dei tamponi inutili”
Il monitoraggio settimanale: stabile l’incidenza. In calo a 1,31 l’indice Rt.
L’incidenza settimanale dei casi di Covid-19 in Italia si è stabilizzata, con 2.011 casi ogni 100.000 abitanti, nel periodo compreso tra il 14 e il 20 gennaio, rispetto a 1.988 casi ogni 100.000 abitanti registrati nella settimana precedente dal 7 al 13 gennaio. Lo evidenzia il monitoraggio Iss-ministero della Salute (qui il focus).
Nel periodo 22 dicembre 2021-4 gennaio 2022, l’Rt medio, calcolato sui casi sintomatici, secondo i dati contenuti nell’ultimo monitoraggio dell’Iss, è stato pari a 1,31, in diminuzione rispetto alla settimana precedente ma ancora al di sopra della soglia epidemica. Lo stesso andamento si registra per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero. Nel monitoraggio si sottolinea però che diverse Regioni e province autonome “hanno segnalato problemi nell’invio dei dati del flusso individuale e non si può escludere che tali valori possano essere sottostimati”.
Stabile il tasso di occupazione in terapia intensiva che secondo i dati contenuti nel monitoraggio del 21 gennaio è al 17,3% a fronte del 17,5%. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale, invece, al 31,6% contro il 27,1%.
Sette Regioni/PPAA sono classificate a rischio Alto, di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati; 11 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio Moderato. Tra queste, cinque Regioni/PPAA sono ad alta probabilità di progressione a rischio Alto. 3 Regioni/PPAA sono classificate a rischio basso. 15 Regioni/PPAA riportano almeno una singola allerta di resilienza. Tre Regioni/PPAA riportano molteplici allerte di resilienza.
“Rimane stabile – riferisce ancora il monitoraggio dell’Iss – il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (658.168 vs 649.489 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in leggero aumento (15% vs 13% la scorsa settimana). È in diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (41% vs 48%) mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (44% vs 39%)”.