Con l’ennesimo colpo di scena, rischia di slittare l’udienza del processo bis che dovrà mettere – una volta per tutte – la parola fine sul Mondo di mezzo. Il principale imputato Massimo Carminati (nella foto), infatti, è risultato positivo al Covid-19 e per questo ieri, attraverso i suoi legali, ha presentato un’istanza d’urgenza per chiedere ai giudici della Corte d’Appello di Roma il rinvio dell’udienza del processo di secondo grado che dovrà rideterminare, dopo la sentenza di Cassazione con cui è stato assolto dalle accuse di mafia, le pene per 20 imputati coinvolti nel procedimento.
Proprio per effetto della decisione della Suprema Corte, l’ex Nar dal giugno scorso è stato scarcerato per decorrenza termini e attualmente si trova in isolamento domiciliare nella sua casa di Sacrofano. Carminati, ex terrorista di estrema destra e famoso per i suoi rapporti con la Banda della Magliana, era tornato sulle prime pagine di tutti i giornali nel 2014 quando era finito in cima alla lista delle persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Mondo di mezzo portata avanti dall’ex procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone.
Un’indagine che ha scoperchiato un pervasivo sistema di corruzione in cui hanno operato due distinte organizzazioni criminali semplici, una capeggiata proprio dal cecato e l’altra dal ras delle coop Salvatore Buzzi, che facevano affari con gli enti pubblici. Proprio per questi fatti i due imputati, durante il procedimento di secondo grado, erano stati condannati per mafia, rispettivamente il Cecato a 12 anni e 6 mesi mentre il ras delle coop a 18 anni e 4 mesi. Ma l’accusa, quella contenuta nell’articolo 416bis del codice penale, non ha retto al vaglio dei giudici della Cassazione che hanno annullato il precedente verdetto e disposto un nuovo processo d’appello dedicato al solo ricalcolo delle pene inflitte agli imputati, in considerazione del mutato quadro accusatorio.