Un mondo paradisiaco. Qualcuno stenterà a crederci, ma il ministero della Salute guidato da Beatrice Lorenzin è stato in questi anni a dir poco fenomenale. Perfetto. Chi lo dice? Un giudice imparziale come lo stesso ministero. Ovviamente. A leggere la relazione, consegnata in questi giorni alle Camere e relativa allo “stato della spesa, l’efficacia nell’allocazione delle risorse e il grado di efficienza dell’azione amministrativa” svolta dal dicastero passato da pochi giorni in mano a Giulia Grillo, c’è poco da dire: tutti gli obiettivi che i vari uffici si erano prefissati sono stati raggiunti. Con un target fisso del 100%. Impossibile fare di meglio, insomma. Ma entriamo nel dettaglio. Secondo quanto si legge nel report, per il 2017 sono stati assegnati ben 39 “obiettivi operativi”. Qualche esempio? Alla sola Direzione generale della prevenzione sanitaria erano stati assegnati nove obiettivi. Nove traguardi da raggiungere. E non parliamo, ovviamente, di compiti di poco conto. Tra i punti, ad esempio, c’era anche quello di promuovere “politiche sanitarie ed educative per favorire la ripresa della natalità”. E cosa è stato fatto a riguardo? Sono state portate avanti “indagini” ed è stato organizzato uno “workshop di alto valore tecnico-scientifico”. Tanto è bastato siccome, recita la relazione, “la percentuale di realizzazione indicata dal sistema al 31.12.2017 è pari al 100%”. Per tutti i nove obiettivi della Direzione. Un caso? Niente affatto. La Direzione generale della programmazione sanitaria doveva raggiungere sette obiettivi. Ovviamente tutti brillantemente raggiunti al 100%. Tra i tanti, però, c’era anche quello relativo alla “attivazione della Cabina di regia prevista dal Piano nazionale cronicità”. Peccato che, sempre nella relazione, non si parli di avvenuta attivazione, ma si legga che “sono state acquisite tutte le designazioni dei componenti della Cabina di regia e si è provveduto a predisporre uno schema di decreto”. E l’attivazione? Niente: a causa di “criticità” è stato necessario “approvare la rimodulazione della data di termine”. Ma niente paura: gli obiettivi della Direzione restano interamente raggiunti al 100%. Non poteva mancare, poi, il target relativo alla lotta alla corruzione, totalmente raggiunto, nonostante si legga che “l’esame dei prospetti di rilevazione ha evidenziato, per un considerevole numero di processi esaminati, lacune, inesattezze e incoerenze”, che ha rallentato di gran lunga il processo di monitoraggio. A causa, ovviamente, non tanto del ministero quanto delle strutture che hanno fornito i dati.
Tutti promossi – La questione degli obiettivi non è secondaria anche da un punto di vista economico. Com’è legittimo che sia, infatti, i dirigenti del ministero hanno diritto a un premio di risultato accanto alla remunerazione di base. E non parliamo di poche persone: secondo i dati riportati nella stessa relazione, parliamo di 11 dirigenti di prima fascia e 104 di seconda fascia su un personale che conta al ministero della Salute 1.934 unità. Tutti premi meritati, considerando gli ottimi risultati del ministero. Che, tuttavia, riconosce tra le righe un punto fondamentale: considerando che tutti gli obiettivi sono stati raggiunti al 100%, va da sé che “gli indicatori utilizzati risultano essere poco adeguate a porre in evidenza le aree strategiche in cui è possibile far emergere margini di miglioramento”. Pane per i denti della Grillo.