Minacciava di avvelenare cibo e acqua nei supermercati e chiedeva un riscatto in criptovalute: 47enne arrestato a Trieste.
Chi è l’uomo arrestato perché minacciava di avvelenare cibo e acqua nei supermercati
Minacciava di avvelenare cibo e acqua nei supermercati con iniezioni di cianuro, solfato di tallio e topicida. La minaccia proveniva da un uomo di 47 anni residente nella provincia di Trieste che ha richiesto un riscatto in criptovalute per non mettere in atto il suo folle piano. Il soggetto è stato arrestato dalla Polizia Postale su richiesta della Procura di Roma.
Prima dell’arresto, il 47enne aveva inviato mail in cui esponeva le sue intenzioni e asseriva di essere pronto a metterle in pratica qualora non avesse ricevuto il riscatto da versare rigorosamente in criptovalute. Il tentativo di estorsione, tuttavia, è rapidamente fallito e al momento l’uomo si trova in carcere su ordinanza del gip.
A quanto si apprende, il soggetto che minacciava di avvelenare cibo e acqua nei supermercati si celava dietro mail anonime inoltrate sfruttando provider esterni. Le mail erano corredate da video dimostrativi che illustravano le modalità dell’avvelenamento.
Le indagini che hanno condotto all’arresto del 47enne triestino sono state dirette dai magistrati del pool reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti della Procura di Roma e delegate alla polizia postare del Lazio che viene coordinata dal Cnaipic. Nel corso delle indagini, sono stati verificati oltre 200 casi che hanno coinvolto non solo aziende italiane ma anche società estere.
In merito alla vicenda, che ha avuto origine nel mese di agosto 2021 e si è protratta fino a maggio 2022, la polizia postale ha sottolineato che “tali azioni non sono state poste in essere e non risulta che si sia mai verificato l’avvelenamento di prodotti alimentari e di acque, anche grazie alle tempestive indagini eseguite”.
Minacciava di avvelenare cibo e acqua nei supermercati a Trieste e chiedeva riscatto in criptovalute
Tra il mese di agosto 2021 e il mese di maggio 2022, i tentativi di estorsioni sono stati circa 200: oltre all’Italia, le estorsioni hanno riguardato Francia, Germania, Spagna, Austria e Svizzera. È quanto emerso nel corso dell’inchiesta della Procura di Roma.
Sul caso, le autorità competenti hanno diffuso una nota con la quale hanno spiegato: “E proprio l’immediato scambio informativo internazionale condotto dalla Procura di Roma e dal Cnaipic, attraverso la cooperazione degli ufficiali di polizia giudiziaria presso Europol ha consentito di realizzate una collaborazione investigativa tra i cyber-agenti italianied i colleghi della Polizia austriaca impegnati in una similare e ben avviata attività investigativa sul medesimo personaggio, attraverso lo sviluppo delle tracce informatiche e finanziarie lasciate sulla scena. Collaborazione rivelatasi decisiva per consentire alle forze dell’ordine di ricostruire le varie tessere del mosaico estorsivo e convergere sull’identificazione del cittadino triestino come principale indiziato di tutte le condotte illecite”.
Condannato per una precedente frode informatica
In considerazione delle informazioni diffuse, infine, è stato rivelato che i pm hanno disposto una perquisizione domiciliare contro l’indagato. In questo frangente, è stato scoperto che il 47enne si trovava in regime di affidamento in prova ai servizi sociali in quanto già condannato per un’altra frode informatica.
Durante la perquisizione, inoltre, le autorità hanno rinvenuto un forno, una tovaglia e una bilancia alimentare identici agli oggetti che comparivano nei video rappresentati allegati alle mail volti a mostrare le dinamiche dell’avvelenamento.