Costretti spesso a lavorare lontano dalle loro famiglie e con stipendi piuttosto magri, i militari italiani da tempo si trovano troppe volte anche senza un alloggio di servizio. Il Ministero della Difesa con il ricavato delle vendite del proprio patrimonio immobiliare in disuso non può solo costruire altri alloggi, ma deve contribuire al bilancio dello Stato. E troppe sono le occupazioni di immobili militari da parte di chi non ha più titolo per risiedere in quegli appartamenti, non essendo più in servizio, ma che il dicastero ora retto dal ministro Elisabetta Trenta non riesce a mettere alla porta perché magari si tratta di persone anziane o malate. Una piaga ora affrontata dalla Commissione difesa della Camera, dove si sta spendendo molto sul tema il deputato pentastellato Luca Frusone. Quest’ultimo ha così sottolineato che non è utilizzabile addirittura il 25% del patrimonio immobiliare della Difesa, su cui lo Stato si trova però anche a dover pagare le imposte e gli oneri condominiali. Era stato dato di recente il via libera solo alla realizzazione di 720 appartamenti nella capitale, ma anche tale iniziativa è stata bloccata. Un tema su cui il sottosegretario Raffaele Volpi ha assicurato il massimo dell’impegno da parte della Difesa, ricordando anche che l’Esercito ha recentemente avviato un grande piano di ammodernamento delle proprie infrastrutture, denominato “Caserme verdi”, che dovranno comprendere aree addestrative e poli alloggiativi per le famiglie, consentendo migliori condizioni di vita ai militari.
24/12/2024
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