L’articolo de La Notizia (del 26 febbraio) sulla bocciatura, da parte dell’Anticorruzione (Anac), del progetto con cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche si voleva dotare di una propria tv, ha fatto desistere il Consiglio di amministrazione dall’andare avanti e ha spinto uno dei consiglieri a rivelare i segreti del Consorzio Ccns. Un soggetto pubblico-privato a cui finiscono da anni molti milioni di euro, dove il socio privato sarebbe stato scelto in violazione della legge. Il principale ente di ricerca italiano, guidato da Massimo Inguscio, dopo il duro parere dell’Anticorruzione sarebbe stato determinato a tirare dritto ma il consigliere di amministrazione del Cnr, Vito Mocella, che ha partecipato alla riunione spiega: “La questione è stata rinviata, non è stato un rinvio semplice, perché ho dovuto argomentare lungamente per convincere i colleghi ad addivenire a miti consigli. Tenga presente che comunque il fatto che fosse uscito il vostro articolo non è stato indifferente, perché comunque il presidente teme l’esposizione mediatica”.
Il progetto si chiama High Science Tv.EU e vale 9,7 milioni, per realizzarlo il Cnr aveva deciso di avvalersi del Consorzio Ccns di cui l’ente di ricerca possiede il 20% delle azioni, un altro 10% è in mano all’Istituto Superiore di Sanità e il restante 70% è di una società privata, la Irbm Science Park di Di Lorenzo. Peccato però che, secondo l’Anticorruzione, la scelta di affidare questo progetto al Consorzio viola la legge, visto che il socio privato, la Irbm, non è stato selezionato attraverso una gara pubblica. Secondo Mocella le anomalie sarebbero molte altre: “Quel consorzio nasce formalmente per custodire quella collezione di composti chimici (l’acronimo Ccns, significa Collezione Nazionale dei Composti Chimici e Centro Screening n.d.r.), che è il suo oggetto sociale, e poi viene usata regolarmente per far arrivare i soldi al socio privato.
E questa (il progetto della Tv, ndr) è solo l’ultima goccia, molto anomala e molto consistente. Ma se va a vedere ci sono stanziamenti nel Foe (fondo ordinario per il finanziamento degli enti di ricerca n.d.r.) o anche in progetti Cipe destinati a progetti che poi farà il Cnccs. Ma faccia attenzione, il Cnccs ha come soci il Cnr al 20% e l’Istituto superiore di Sanità al 10% ma poi quando arrivano questi progetti milionari che la politica in qualche modo vuol far arrivare a loro tramite la scatola pubblico/privata che è il Cnccs sono gestiti al 90% se non più, dal socio privato. E ci sono parecchi di questi progetti che sono arrivati negli anni dal 2010-2011. La scatola pubblico privata, fatta, dice l’Anac, senza procedure di evidenza pubblica, serve per far arrivare al consorzio, ma in realtà al socio privato, milionate di euro da anni”.
Poi il consigliere del Cnr prosegue, sottilenando come: “Ora, i progetti precedenti erano comunque progetti diciamo vicini allo scopo sociale, questa è un po la differenza. I sto dicendo, serve per far arrivare, poi se in maniera legittima o illegittima non sono titolato a dirlo. Quello che voglio dirle è che è vero quello che dice l’Anac che questa cosa si applica a decine di altri casi, che abbiamo noi, che hanno le università, ma in quasi tutti i casi che io conosco si tratta di consorzi pubblico/privati fatti per gestire piccole cose, decine di migliaia di euro, quando va male, cose molto tecniche fatte per gestire una certa qual cosa, come uno spin off. Questo (il Ccns n.d.r.), almeno a mia conoscenza, è l’unico soggetto, fatto sempre senza procedure di evidenza pubblica, su cui transitano annualmente milioni e milioni di euro, al netto del progetto della televisione scientifica.
Il Cnccs, prende solo dal Foe 4 milioni di euro all’anno”. L’Anticorruzione, dopo la bocciatura della Tv, ha inviato i documenti agli uffici di vigilanza che dovranno, anche, accertare come mai, a questo Consorzio che ha solo 6 dipendenti, siano stati dati quasi 60 milioni di fondi pubblici dal 2011. Senza contare che il Ccns nel solo 2017 il Consorzio ha speso 8,8 milioni per acquistare prestazioni da soggetti terzi a fronte di costi per la produzione per 9,6 milioni.