La Corte dei Conti, in appello, ha condannato Filippo Penati e 11 suoi collaboratori al pagamento di 44 milioni di euro, di cui 19,8 a carico dello stesso ex presidente della provincia di Milano, per il caso Serravalle. La sentenza della magistratura contabile ribalta le assoluzioni con cui Penati e gli altri furono scagionati dall’accusa di aver acquisito, a un prezzo sopravvalutato, il 15% delle azioni della Milano-Serravalle dal gruppo Gavio.
Il danno allo Stato, secondo la procura della Corte dei Conti, variava da 35 a oltre 90 milioni di euro, di cui 21 al Comune. Per quell’accusa però Penati, l’allora segretario generale della provincia, Antonio Princiotta, il capo di gabinetto Giordano Vimercati e il direttore generale Giancarlo Saporito, furono assolti.
Con la sentenza del 16 luglio scorso, invece, vengono tutti condannati al pagamento delle somme. Oltre all’ex presidente, anche Princiotta dovrà sborsare quasi 15 milioni, mentre gli altri due quasi 5. L’operazione finanziaria risale al 2005, e la contestazione della procura contabile è stata parallela ai procedimenti incardinati nei tribunali ordinari di Milano e Monza.
“I miei avvocati – ha commentato Penati – faranno ricorso e tutto questo si scioglierà come neve al sole. Un anno fa mi è stato riscontrato un cancro, e i medici concordano che è anche conseguenza della mia vicenda giudiziaria. Da un anno sto combattendo. Questa è la sfida più importante della mia vita. Della vicenda Serravalle si occuperanno i miei legali”.