Sono 6.792 i migranti presenti sull’isola di Lampedusa. La maggior parte si trova all’hotspot di contrada Imbriacola, ormai al collasso. Altri gruppi sono in attesa in vari punti dell’isola, soprattutto sui moli. La Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento, entro le 13, di 880 persone: 700 verranno imbarcate sul traghetto di linea che giungerà in serata a Porto Empedocle e 180 partiranno con un volo Oim. La polizia, fra poco, inizierà a scortare i vari gruppi al porto e all’aeroporto.
Sono 6.792 i migranti presenti sull’isola di Lampedusa. La maggior parte si trova all’hotspot di contrada Imbriacola
Nelle ultime ore gli sbarchi a Lampedusa sono saliti a 68 per un totale di circa 3 mila persone (dato parziale). Imbarcazioni di fortuna con a bordo etiopi, siriani, sudanesi e tunisini, sono state soccorse dalle motovedette della Guardia costiera e delle Fiamme gialle. L’ultima, con 49 tunisini, è riuscita invece ad arrivare direttamente a Cala Croce dove il gruppo di migranti è stato bloccato dalla Guardia di Finanza. L’isola siciliana ha quindi battuto il record di fine agosto (65 approdi in 24 ore) e ha cancellato anche quello, sempre dello scorso mese (2.172 migranti su 55 imbarcazioni), per migranti sbarcati. I numeri di ieri avvicinano ancora di più i quelli del 2016 e 2017.
Dati che aggravano la già delicata situazione dei centri accoglienza. Basti pensare che nell’ultimo anno gli sbarchi sono aumentati dell’84 per cento, per un totale di 115 mila arrivi. Secondo il Commissario straordinario per l’emergenza migranti, Prefetto Valerio Valenti, “siamo passati da una fase di gestione ordinaria e una fase di gestione straordinaria che ha portato il governo a proclamare lo stato di emergenza, una scelta legata soprattutto alla tipologia dei flussi molto concentrati su Lampedusa”, dice. Non nasconde, poi, la critica nei confronti del Regolamento di Dublino: “La prima cosa che chiedono i migranti quando arrivano a Lampedusa è che vogliono andare via al più presto dall’isola. Sanno che li attende qualcosa altro in Italia e in Europa. Alcuni hanno l’aspettativa di raggiungere i familiari al Nord Europa, ma le regole di Dublino impongono all’Italia, paese di primo ingresso, di farsi carico di tutte le procedure legate alle richieste d’asilo. In qualche modo l’Italia diventa una sorta di prigione, un posto nel quale necessariamente devono rimanere per i tempi legati alle procedure di asilo”, sottolinea.
“Vedete tutti quello che accade a Ventimiglia? I migranti rimangono sul territorio italiano perché la Francia li respinge, quindi abbiamo anche questo ulteriore problema di farci carico di un numero di migranti che in valore assoluto può apparire irrisorio ma che bisogna confrontare con il tema dell’integrazione, di cui poco si parla ma che è quello più importante di tutti”, dice. Sempre Valenti ritiene che ci sia “molto da correggere. Ci sono i tempi eccessivamente lunghi sugli accertamenti e ci sono aspetti burocratici e di modalità di gestione che possono essere migliorati ma la vera sfida è la capacità di costruire una vera società multiculturale”, aggiunge il Commissario straordinario per l’emergenza migranti, che sottolinea “seguiremo le linee che ci indica il Governo perché siamo funzionari dello Stato e proseguiremo questo lavoro silenzioso”.
Il 12 per cento degli ingressi è rappresentato da minori non accompagnati
Tornando ai numeri: il 12 per cento degli ingressi è rappresentato da minori non accompagnati, o meglio da presunti minori non accompagnati c’è una fascia, il 35 per cento, che è compreso tra zero e 14 anni, e il 65 per cento è compreso tra i 16 e 18 anni. “La legge Zampa – spiega in conclusione Valenti – prevede nell’accertamento della minore età la possibilità di potersi sbagliare di due anni, quindi c’è anche un tema legato all’effettiva minore età su cui il governo prossimamente vorrà provare a essere più puntuale”.
L’ex sindaco Martello: “Il governo Meloni ha tentato di imporre il silenzio stampa”
“Da alcuni giorni, e soprattutto nelle ultime ore, Lampedusa sta vivendo un’emergenza umanitaria che ha pochi precedenti ma evidentemente il governo Meloni ha tentato di imporre il ‘silenzio stampa’” afferma il capogruppo del Pd al consiglio comunale ed ex sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello. “Quando il tema dei migranti serviva alla propaganda della campagna elettorale della destra – aggiunge Martello – per alimentare odio e paura tra gli italiani, qui ogni giorno c’erano decine di giornalisti di testate fedeli all’ideologia ‘meloniana’ e ‘salviniana’ pronti a ‘raccontare l’invasione’ anche quando ad arrivare era solo un barchino. Adesso che ci sono più di 6.000 migranti, cioè tanti quanti sono i cittadini dell’isola, si incontrano molti giornalisti stranieri mentre quelli italiani sono una minoranza”.
“Capisco l’imbarazzo della signora Meloni – aggiunge Martello – che aveva fatto della ‘spudorata idiozia del blocco navale’ il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, ma – osserva Martello – non è certo tentando di nascondere le notizie sotto il tappeto che un Paese come l’Italia può pensare di affrontare una simile emergenza umanitaria. Lo ripeto da tempo servono regole condivise a livello internazionale non per ‘fermare i migranti’ ma per gestire i flussi migratori in maniera ordinata regolare e sicura: basterebbe ispirarsi ai principi del ‘Global compact for migration’, il documento delle Nazioni Unite che proprio questa destra si è sempre rifiutata di firmare. Invece il governo Meloni sta cinicamente abbandonando al loro destino migliaia di persone, perché è bene ricordare che si tratta di persone e non di numeri. Ed al tempo stesso – chiosa – sta abbandonando Lampedusa a sé stessa, grazie anche all’incapacità di chi la amministra e non è in grado di fare rispettare l’isola e la sua cittadinanza”.
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