Doveva essere il governo che avrebbe arginato la marea umana proveniente dal nord Africa, tanto che la premier paventava perfino un blocco navale, e invece i dati del Viminale parlano di sbarchi più che raddoppiati rispetto al 2022. Dolores Bevilacqua, senatrice M5S, è sorpresa?
“Purtroppo non sono affatto sorpresa. I numeri impietosi di questi ultimi mesi certificano quello che come M5S abbiamo sempre sostenuto e cioè che Meloni, sul tema migranti, al di là di slogan da campagna elettorale, come il blocco navale o, peggio, la ricerca degli scafisti sul globo terraqueo, non aveva nessuna soluzione concreta e non è in grado di gestire un dossier così complesso”.
Sempre più sindaci accusano l’esecutivo di giocare allo scaricabarile sugli enti locali, ormai al collasso perché travolti da arrivi continui. Il Viminale parla di polemiche surreali. Chi ha ragione?
“Nel decreto Cutro, di fatto, è stato tagliato l’importo riconosciuto per la gestione dei minori non accompagnati da 100 euro a 60 euro e gli enti locali spesso, pur volendo, non hanno risorse sufficienti per fronteggiare accoglienza e gestione. Questa è un’emergenza che richiede una stretta collaborazione tra lo Stato, che ha in carico la responsabilità di gestire il fenomeno migratorio, e gli enti locali coinvolti nell’accoglienza. Non si può pensare di affrontare la redistribuzione dei migranti sul territorio italiano pensando di lucrare sul consenso politico. Serve un tavolo che affronti seriamente e concretamente questa emergenza”.
La cosa più curiosa è che a sentire le dichiarazioni di Meloni & co. sembra quasi che siano ancora all’opposizione…
“Che la maggioranza passi il tempo a fare opposizione alle opposizioni invece di affrontare le emergenze del Paese, governare e trovare soluzioni concrete, è un dato di fatto. Evidentemente non erano affatto pronti, come non hanno perso occasione di sostenere in campagna elettorale, e tentano ora di nascondere l’incapacità di agire buttando la palla in tribuna”.
Intanto Tajani è tornato a dire che presto arriverà un pacchetto di norme per rendere più facili i rimpatri. Tuttavia molti esperti fanno notare che senza accordi con i Paesi terzi, è praticamente impossibile far rientrare a casa un migrante. Come stanno le cose?
“Finora sono tornati a mani vuote dai tavoli europei sia in tema di redistribuzione obbligatoria tra i Paesi membri sia in materia di rimpatri. Sarebbero potuti ripartire dai risultati ottenuti da Conte, che per primo ha fatto sì che l’emergenza immigrazione in Italia assumesse una dimensione europea. Il tanto vantato passo in avanti fatto con la Tunisia, ad esempio, riguarda solo il rimpatrio degli irregolari tunisini e non i sub-sahariani che partono dalla Tunisia, di fatto una percentuale irrisoria dei migranti approdati in Italia in questi mesi. Noi aspettiamo con ansia che nell’interesse dell’Italia portino quanto prima una risposta vera, ma al momento hanno dimostrato di avere poche idee e ben confuse su come affrontare l’emergenza”.
In campagna elettorale le destre descrivevano i migranti come potenziali rischi per la sicurezza pubblica, trovando ampio spazio sui media, tanto che questo tema è stato determinante per la vittoria alle elezioni. Arrivati al potere, però, questa narrativa del ‘pericolo immigrazione’ è scomparsa. Come mai?
Se Meloni o Salvini fossero all’opposizione, innanzi ai numeri di questi giorni sarebbero scesi in piazza ad ogni nuovo sbarco per denunciare l’incapacità dell’esecutivo nel gestire i flussi migratori e, conseguentemente, nel cavalcare il tema della sicurezza giocando sulle paure degli italiani. Siccome al Governo ci sono loro, è calato un silenzio imbarazzante non solo sui possibili riflessi in materia di sicurezza, ma su tutta l’emergenza migranti. Questo testimonia la loro incapacità di affrontare il tema fuori dalla propaganda elettorale. Da parte loro, oltre sterili slogan e nessuna soluzione concreta”.