Quasi 700 migranti che, con 16 barchini, sono arrivati a partire da mezzanotte fino all’alba a Lampedusa. Ieri, gli sbarchi erano stati 20 con complessivi 674 persone. All’hotspot di contrada Imbriacola sono presenti 2.689 persone a fronte dei poco meno 400 posti disponibili.
Altri 696 migranti sono approdati a partire da mezzanotte fino all’alba di oggi a Lampedusa. Piantedosi promette l’ennesima task force
Per la tarda mattinata, su disposizione della Prefettura di Agrigento, è previsto il trasferimento di 180 ospiti con il traghetto di linea per Porto Empedocle. Durante la notte, la Guardia costiera e la Guardia di finanza hanno soccorso barchini con a bordo da un minimo di 39 persone ad un massimo di 62, fra cui donne e minori, originari di Burkina Faso, Ciad, Guinea, Mali, Sierra Leone, Camerun, Nigeria e Sud Sudan. Tutti, stando ai loro stessi racconti, sono salpati da Sfax in Tunisia e hanno pagato, per la traversata, fino a 3.500 dinari tunisini.
115 migranti sono arrivati sull’isola a bordo di un grosso peschereccio salpato lunedì dalla Libia
Non solo barchini a Lampedusa arrivano anche grossi pescherecci stracolmi di persone, come quello approdato al porto commerciale dell’isola con a bordo 115 migranti, fra cui 3 donne e un minore. I migranti – originari di Bangladesh, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Mali, Nigeria, Senegal, Siria, Sudan, Somalia ed Egitto, hanno riferito di essere salpati da Zwara in Libia lunedì scorso e, anche in questo caso, di aver pagato dalle 2mila alle 3mila euro.
Altri 146 migranti, con tre diverse carrette del mare, sono stati soccorsi dalla motovedetta Cp327 della Guardia costiera in area Sar italiana. Salgono a 14, con 696 persone, gli sbarchi su Lampedusa a partire dalla mezzanotte. Sul primo natante agganciato c’erano 52 (23 donne e 5 minori) originari di Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea e Nigeria. Sul secondo, erano in 54 (6donne e 4 minori) sedicenti in fuga da Costa d’Avorio, Gambia, Guinea e Mali e sull’ultimo erano in 40 (8donne e 5 minori) tunisini, iracheni e curdi. Le prime due imbarcazioni sono salpate da Sfax, mentre l’ultima da Jebiniana sempre in Tunisia. (ANSA).
I cadaveri di due donne sono stati recuperati, in acque Sar italiane, dalla motovedetta della Guardia costiera dopo aver soccorso 62 migranti che viaggiavano su un barchino di 9 metri salpato da Sfax in Tunisia. La scorsa notte i 62 originari di Benin, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Sudan e Togo, oltre alle due salme, sono state sbarcate a molo Favarolo. I cadaveri, riconducibili ai dispersi del naufragio dello scorso 24 aprile – quando si ribaltarono 4 barchini – sono stati portati alla camera mortuaria del cimitero.
Ieri a Lampedusa c’è stata la visita del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Confidiamo che a breve riusciremo ad assicurare una gestione più ordinata dei flussi” ha detto il numero uno del Viminale. “L’obiettivo – ha proseguito il ministro – è portare a compimento quello che si sta facendo anche a livello internazionale, ma allo stesso tempo lavoriamo per realizzare al più presto un piano per una gestione più ordinata, la fase acuta degli sbarchi non ci consente di perdere tempo. Quello del Governo non è solo un piano per Lampedusa, ma un piano per una gestione più ordinata di quello che parte da Lampedusa. Stiamo vivendo una fase epocale della crisi migratoria, con quello che c’è dietro. La grande sfida è riuscire ad affrontare una fase che è definibile come epocale”.
Piantedosi: “Adottiamo iniziative di carattere straordinario, mettiamoci insieme”
“Mi faccio venire qualche idea e ne parleremo già in aereo per aiutarli con personale capace di condividere alcune funzioni” ha detto Piantedosi, prima di lasciare Lampedusa a proposito della proposta del sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, di istituire una task force, un ufficio del ministero dell’Interno a Lampedusa, che si occupi della gestione dell’emergenza migranti. “Adottiamo iniziative di carattere straordinario, mettiamoci insieme”, ha detto il responsabile del Viminale.