Migranti, il presidente del Tribunale di Milano, Roia, boccia il governo sulle convalide: “Intervento irrazionale e scomposto”

Per il presidente Roia la riforma del governo che sposta le competenze alle Corti d'Appello è "infattibile" e mette a rischio il Pnrr

Migranti, il presidente del Tribunale di Milano, Roia, boccia il governo sulle convalide: “Intervento irrazionale e scomposto”

Una sonora bocciatura dei due decreti che reintroducono il reclamo in Corte d’Appello contro i provvedimenti dei tribunali territoriali sulla concessione o meno della protezione internazionale arriva anche dal presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia.

“Un intervento irrazionale e scomposto”

Per Roia, infatti, la riforma voluta dal governo sui migranti “rappresenta un intervento assolutamente irrazionale e scomposto che definirei fuori dal ‘sistema’: non si comprende perché le Corti d’Appello, che non hanno competenza in materia di immigrazione e protezione internazionale, dovrebbero avere ora questa competenza e solo per questo settore esclusivo”.

I numeri che rendono infattibile la riforma

“Ritengo irrazionale l’intervento nel sistema giustizia tenendo presente che le convalide dei trattenimenti non allevierebbero il carico gravoso del tribunale” aggiunge il presidente del Palazzo di Giustizia. Che snocciola i numeri che spiegano come la paventata riforma finirà solo per ingolfare le Corti d’Appello: “Al 30 settembre 2024, secondo le stime della sezione specializzata in materia di immigrazione e protezione internazionale, si contano 13.284 procedimenti pendenti con un aumento progressivo che, ovviamente, risente dei flussi immigratori. Parliamo dunque di più di 13mila persone in attesa di una risposta. Nei primi otto mesi dell’anno sono stati iscritti quasi 5mila ricorsi”.

“Numeri che, peraltro, testimoniano l’efficienza dell’ufficio immigrazione della Questura nel rilascio dei permessi provvisori. Nel 2021 le pratiche pendenti erano molte meno, circa 10mila”, aggiunge il magistrato.

Per Roia a rischio anche il Pnrr

Roia vede, come già sottolineato in due comunicati congiunti dai presidenti delle 26 Corti d’Appello italiane, anche il rischio che non vengano raggiunti gli obbiettivi richiesti dal Pnnr, se dovesse passare la riforma.

“Malgrado gli sforzi ingenti, la sezione immigrazione non riesce ad abbattere l’arretrato che continua ad aumentare. In un’ottica di obiettivi da perseguire, ne metterebbe a rischio il raggiungimento. I procedimenti in ambito di immigrazione costituiscono il 30% delle cause pendenti di tutto il Tribunale, una mole considerevole. Teniamo presente che sono in netto aumento anche i procedimenti cautelari di sospensiva (517 nel primo semestre del 2024) e di convalida dei trattenimenti nel Cpr di Milano (120 nella prima metà dell’anno) che necessitano di una trattazione prioritaria e rallentano l’assorbimento dell’arretrato”, conclude.