Centinaia di schede dichiarate bianche o nulle da decine di presidenti di seggio nel collegio di Cosenza e confermate dalla successiva verifica dei verbali sezionali preliminare alla relazione circoscrizionale alle elezioni politiche del 2022, che però, analizzate bene, ma proprio bene, dai membri della Giunta per le Elezioni della Camera, si trasformano in voti validi. E tutti quei voti “ripescati” che finiscono a un unico candidato e al suo partito. Tanto che il secondo classificato, grazie al “riesame”, potrebbe risultare eletto.
Il derby Orrico-Gentile nella puntata di Report
È la sintesi della questione che da mesi sta dividendo la Giunta delle elezioni della Camera, chiamata a pronunciarsi sui risultati della XXIII Circoscrizione (Calabria), Collegio uninominale n. 2. Una vicenda che domenica prossima sarà raccontata dalla nuova puntata di “Report”, nel servizio di Giulia Presutti.
Secondo i verbali, il seggio in questione se l’era aggiudicato Anna Laura Orrico, del Movimento Cinque Stelle, grazie a uno scarto di 482 voti rispetto al secondo classificato, l’ex deputato di Forza Italia Andrea Gentile. Tuttavia Gentile – figlio dell’ex Sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio – ha presentato ricorso.
E, dopo l’analisi del Comitato di verifica della commissione si è ritrovato in vantaggio sulla Orrico di ben 240 voti. Così a rischiare di dover uscire dal Parlamento è la pentastellata Elisa Scutellà (perché Orrico era stata eletta anche nel listino proporzionale), risultata la miglior perdente del collegio di Catanzaro.
Da bianche o nulle a valide, nel riconteggio del Comitato
A spostare l’equilibrio, il riconteggio effettuato dal Comitato della Giunta, guidato dalla meloniana Maddalena Morgante, che ha analizzato ben 10.759 schede tra bianche e nulle del collegio. L’esito della verifica è stato che complessivamente 1.623 schede hanno cambiato natura: da bianche/nulle a valide. E i voti sono stati assegnati ai candidati e alle liste. “Il numero delle schede bianche è passato da 4.637 a 4.197; il numero delle schede nulle è passato da 6.122 a 4.939”, annota il comitato nella sua relazione, votata a maggioranza.
Considerate valide anche le schede con due X
Un risultato contestato dal Movimento, naturalmente, che sottolinea come il Comitato abbia considerato (per sua decisione autonoma) valide anche schede che presentavano due X su liste diverse della stessa coalizione. Un’interpretazione contraria a quanto recita il libretto con le istruzioni di voto che il ministero dell’Interno distribuisce ai presidenti di seggio. Anche lo spot elettorale in onda prima del voto era chiarissimo: “sono valide solo le schede con un’unica X o con due X segnate però sul nome del candidato e di una lista collegata”.
“Utilizzato il criterio del favor voti”
Non così per la maggioranza della Giunta, che si difende sostenendo di aver utilizzato il principio del “favor voti (…), volto a salvaguardare la validità del voto espresso nella scheda ogni qualvolta possa desumersi la volontà effettiva dell’elettore, sempre nel rispetto dei principi dell’univocità e della non riconoscibilità del voto”. Così, grazie al “favor voti”, su 6122 schede nulle, ben 1183 sono state rivalutate. E 624 sono andate a favore di Gentile.
“Una forzatura”, per il professor Lupo della Luiss
Interrogato da Report su questo cambio di criterio tra tutti i seggi d’Italia e la Commissione, Nicola Lupo, Ordinario di assemblee elettive alla Luiss, spiega: “La decisione è della Camera, quindi è una decisione politica, se volete, a maggioranza. Questo sistema elettorale è a un voto, nel senso che ciascun voto vale sia per la parte maggioritario uninominale che per la parte proporzionale. In questo modo invece, la Camera a posteriori fa valere questi voti solo ed esclusivamente per il collegio uninominale”. “Una forzatura?”, domanda la giornalista di Report, “Questo è l’aspetto di forzatura più evidente che c’è”, risponde Lupo.
L’anomalia statistica: “ripescata” una scheda bianca su 10
Ma ancora non è finita, perché nell’esaminare tutte le schede bianche e nulle del collegio, la commissione ha dovuto prendere atto di una anomalia statistica: la percentuale di errore degli scrutatori sulle bianche. A detta della stessa giunta, infatti, il tasso di errore nella circoscrizione calabrese supererebbe il 10%, mentre nelle elezioni precedenti si era fermato al 3%. Costanza definita “di particolare rilievo” dalla stessa giunta, anche perché su 440 voti riassegnati con le schede bianche, 320 sono andati a Gentile…
“Ci ritroviamo con centinaia di schede bianche ufficialmente bianche durante lo scrutinio”, spiega Francesco Leone, avvocato della Scutellà, a Report, “il presidente di seggio e gli scrutatori non hanno visto delle X apposte sui loghi. La giunta per le elezioni ha fatto riaprire anche le schede bianche e c’erano centinaia di voti incredibilmente validi. Il problema è quando queste X spuntano su dei loghi che hanno uno sfondo bianco”.
Quei testimoni di Gentile oggi introvabili
E tra le tante “anomalie” c’è anche quella dei testimoni: alla base del ricorso di Gentile ci sono le testimonianze dei circa 80 cittadini che, avendo assistito alle operazioni di spoglio, avrebbero segnalato irregolarità. Report ha cercato alcuni di questi 80 testimoni, invano. E per l’avvocato Leone “è impossibile verificare che quei cittadini fossero fisicamente ai seggi”.
La Procura di Genova acquisisce la puntata su “Toti”
Ma nella puntata di questa sera Sigfrido Ranucci riferirà anche un’altra importante novità: la guardia di Finanza di Genova ha infatti acquisito la puntata di Report del 27 ottobre sull’inchiesta riguardante l’ex governatore Giovanni Toti.
A suscitare gli interessi degli inquirenti, l’intervista rilasciata dall’imprenditore calabrese Carmelo Griffo, indagato nell’inchiesta sul voto di scambio. “Non sono un mafioso, non sono un delinquente – afferma l’imprenditore nell’intervista – ma, dal 2000 in poi sono successe delle cose, gli investigatori mi hanno fatto passare per un ‘pluri-pluripregiudicato, un ‘ndranghetista”.
Quell’aiuto al consigliere totiano Cianci
Ma Griffo, nell’intervista, si lascia andare anche ad alcune confidenze, come quelle sull’aiuto dato a Domenico Cianci, consigliere regionale della Lista Toti, per recuperare qualche voto in cambio di un condominio da ristrutturare. “Io sinceramente ho chiesto lavoro – ha dichiarato Griffo – e lui mi ha detto che c’era la possibilità. Mi ha chiesto se gli trovavo qualche voto…”. Ma una volta eletto, Cianci “non si fa più vivo e non mantiene – a detta di Griffo – le promesse” di trovargli qualche lavoro”. I pm Federico Manotti e Luca Monteverde vogliono sentire tutta la registrazione.
Ranucci: “Una testimonianza della bontà del servizio pubblico”
Per Ranucci l’acquisizione della puntata – tanto aspramente osteggiata e attaccata da Maurizio Gasparri, “da una parte testimonia l’attualità dell’inchiesta, dall’altra la bontà del servizio pubblico”.