Per Matteo Salvini è stato solo un complotto. Tanto da voler portare la questione al Copasir. La vicenda dell’hotel Metropol di Mosca si è chiusa, a livello giudiziario, con l’archiviazione del caso da parte della procura di Milano. E la Lega ora mette sotto accusa il giornalista dell’Espresso, Giovanni Tizian, che ha dato per primo la notizia. Eppure la procura non ha in alcun modo smentito che la trattativa ci sia stata: i giudici milanesi hanno sì archiviato l’indagine, ma non hanno mai detto che il tentativo di compravendita di petrolio, con una percentuale destinata al finanziamento della Lega, non ci sia mai stato.
Metropol, indagine archiviata ma i giudici non parlano di complotto: l’incontro a Mosca c’è stato
I magistrati hanno indagato sulle ipotesi di corruzione internazionale e finanziamento illecito, ma ricevendo pochi riscontri da Mosca hanno deciso di archiviare. Senza però mai parlare di complotto, come invece fa Salvini. D’altronde l’incontro del 18 ottobre 2018 al Metropol di Mosca tra Savoini, Meranda e Francesco Vannucci con tre russi c’è stato. Le trattative, scrive il gip, non si sono concretizzate “probabilmente per il rifiuto da parte di Rosneft”, la società russa venditrice, anche per l’eccessivo sconto richiesto. Oltre che, magari, proprio perché la notizia è stata rivelata dall’Espresso.
Perché le trattative del Metropol sono fallite e cosa c’entra il giornalista Tizian
Savoini, tra l’altro, avrebbe provato a riaprire le trattative, ma a febbraio 2019 il vicedirettore del reparto Logistica di Gazprom, l’azienda energetica russa, ha detto di non essere più interessato dopo aver espresso dubbi sulle competenze nel settore petrolifero della Euro Ib, di cui Meranda era general manager. Secondo la Lega, però, la notizia è infondata e Meranda sarebbe stato d’accordo con Tizian per attirare in una sorta di “trappola” l’allora vicepresidente del Consiglio Salvini. Proprio Meranda, secondo i pm, avrebbe registrato la conversazione al Metropol, mentre Tizian era presente nell’hall dell’hotel.
Le trattative, emerse dalle indagini, sono cominciate ad aprile 2018, prima dell’incontro con Tizian, avvenuto a luglio secondo i tabulati. In totale ci sarebbero state 40 riunioni in poco più di un anno. Nonostante questo la Lega grida al complotto, citando anche la presenza di Andrey Yuryevich Kharcenko, esponente dei servizi segreti russi. E chiedendo chiarimenti anche ai servizi italiani. Eppure resta una certezza: la trattativa c’è stata, anche se non è andata a buon fine. Difficile negarlo, nonostante il tentativo di Salvini di ripulirsi l’immagine di filo-russo.