Passano i giorni ma il tema della scuola tiene letteralmente banco. Sì, perché nonostante siano migliaia gli studenti tornati a lezione Antonello Giannelli, presidente di Anp, associazione nazionale presidi, denuncia una situazione di gestione letteralmente disastrosa. “La nostra stima – afferma – è che ci sia il 50 per cento delle classi in Dad” (leggi l’articolo).
Il governo ha spinto per confermare il rientro a scuola in presenza dopo le vacanze di Natale, ma secondo i presidi dopo una settimana di lezioni circa un alunno su due è già tornato a seguire i docenti da remoto. Si tratta di numeri approssimativi perchè “ora aspettiamo i dati ufficiali“.
Il ministero dell’Istruzione, infatti, deve pubblicare a breve i numeri aggiornati della Dad. Dati che servono soprattutto per capire se la scelta di tornare in presenza nonostante il boom di positivi sia stata efficace o sia stata di fatto vanificata da isolamenti e quarantene. Ma il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, non l’ha presa benissimo:
IL BATTIBECCO. “Ancora una volta il presidente dell’associazione nazionale dei presidi dà dei dati. Noi abbiamo i dati, li stiamo elaborando, li daremo quanto prima e saranno i dati ufficiali” è la replica stizzita. Il ministro sottolinea: “Stiamo ascoltando veramente tutti e stiamo trovando il modo per permettere a tutti di gestire al meglio una situazione che però è gestibile e sotto controllo. Quindi, con grande serenità d’animo lavoriamo come sempre con tutti, ma soprattutto per tutti i nostri bambini”.
Tra l’altro oggi il ministro riferirà in commissione alla Camera e “lì sicuramente ci saranno i dati ufficiali”, sottolinea Bianchi. In particolare per quanto riguarda la scuola primaria spiega che “stiamo ascoltando tutti i dirigenti, i sindaci e stiamo lavorando proprio per fare in modo che sia progressivamente migliore e sempre più semplice per tutti”. Dal canto suo Giannelli ribadisce che “le regole vanno assolutamente cambiate.
LA POLEMICA. Allo stato attuale, il sistema è troppo complicato e farraginoso. Le Asl non ce la fanno, non riescono a gestire tutto quello che devono”. In particolare Giannelli denuncia come le Asl, sovraccariche di lavoro, demandino ai dirigenti scolastici di “disporre quarantene e protocolli vari, come se si trattasse di personale para-sanitario. Di fatto – sottolinea Giannelli – le Asl stanno utilizzando le scuole come una sorta di loro succursale. È una cosa assolutamente inaccettabile e ingestibile. Un’altra cosa che non funziona è questa idea della didattica mista. Sta passando come scontato il fatto che, se ho metà classe in dad e metà classe in presenza, la lezione si fa regolarmente. Non è affatto così”.
Ma come se non bastasse sulla questione dei finanziamenti elargiti dal ministero alle scuole ha spiegato: “Il ministero dell’Istruzione ha stanziato 350 milioni di euro a maggio dell’anno scorso e sono state date istruzioni alle scuole il 24 agosto: non c’era una sola parola sui sistemi di sanificazione o di ventilazione. Chiariamo: le scuole non possono far installare impianti di areazione, è proprio vietato. Lo devono fare le autorità locali coi fondi degli Enti Locali – spiega –. Diverso è il caso sanificatori e dei purificatori, cioè quei dispositivi che in genere utilizzano tecnologie a radiazioni ultraviolette per purificare l’aria da virus e da batteri: questi in teoria si potevano acquistare, ma nessuno del ministero ha detto una parola. Quando quei soldi sono stati impegnati e già spesi, è venuto fuori che si sarebbe potuti impiegarli per comprare i sanificatori. Se lo scorso 24 agosto il ministero dell’Istruzione avesse detto di utilizzare quei soldi prevalentemente per i sanificatori, i dirigenti scolastici avrebbero immediatamente ubbidito”.
L’ULTIMA QUERELLE. Immediata la replica dal ministero: “Non c’è stato il famoso disastro che ci doveva essere con la riapertura della scuola – ribatte Bianchi -. Le regole sono chiare e ora stiamo lavorando per semplificare ulteriormente il rientro in classe”. Ma Giannelli: “Sicuramente la ripresa della scuola c’è stata e il sistema ha tenuto. Nessuno di noi aveva dubbi su questo, ma il sistema sta reggendo grazie all’impegno dei presidi, dei docenti e di tutto il personale scolastico. Però è una impresa molto difficile, perché le condizioni sono davvero difficili da gestire”.
C’è dunque una enorme difficoltà gestionale, perché di fatto “i presidi si stanno occupando solo e soltanto di problemi di natura sanitaria e non più delle questioni inerenti alla scuola in quanto tale”. Insomma un rimpallo di responsabilità che poi, con ogni probabilità, finirà per ricadere sugli studenti.