“Finora sono stati sequestrati ben 250 milioni, tra aziende, titoli, immobili, contanti riferibili a Matteo Messina Denaro”. È quando ha detto, intervenendo a Palermo alle cerimonie per il 32esimo anniversario della strage di Capaci, il comandante del Ros, Vincenzo Molinese, riferendosi alla cattura del boss di Cosa Nostra scomparso il 23 settembre 2023.
“Finora sono stati sequestrati 250 milioni, tra aziende, titoli, immobili e contanti riferibili a Matteo Messina Denaro”
“La mafia riesce a inquinare la società civile. La forza di Cosa nostra è al di fuori dell’organizzazione: riesce a penetrare tra professionisti, istituzioni è una sua peculiarità”, ha aggiunto. “I grandi risultati nella lotta alla mafia creano disornietativamente nelle organizzazioni mafiose”, ha spiegato ancora il capo del Ros.
“In Cosa nostra non ci sono regole di successione e non c’p un capo della mafia dopo Messina Denaro. Quello che sappiamo su Giovanni Motisi è che un condannato all’ergastolo, ed è latitante da troppo tempo. Noi abbiamo il dovere di fare cessare la sua latitanza e lo prenderemo. Non c’è un capo conclamato dopo Matteo Messina Denaro” ha detto, invece, il procurato capo di Palermo, Maurizio De Lucia, intervenendo alla stessa iniziativa.
Per i pm di Palermo oggi Cosa Nostra non ha più un capo conclamato. De Lucia: “Prenderemo Motisi”
“Le mafie hanno una storia che dura da almeno 160-170 anni anni – ha proseguito il procuratore del capoluogo siciliano – hanno già vissuto crisi, probabilmente non come questa, ma la hanno superate. Ma il modo di pensare di Cosa nostra non è cambiato. Nelle recenti intercettazioni viene messo in risalto come un mafioso del 2024 ragiona come uno del 1980, il modo di pensare è lo stesso”.