“Non morirò di tumore, appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa e mi troverai tu. Ti dirò quando arriverà il momento”. Lo scriveva Matteo Messina Denaro in un pizzino reso noto da Repubblica, datato 10 maggio 2022 e indirizzato alla sorella Rosetta Messina Denaro, arrestata il 3 marzo scorso.
Il boss castelvetranese aveva iniziato a pensare alla sua fine e voleva essere lui a decidere quando e come uscire di scena. Sono stati scoperti dai carabinieri del Ros oltre mille pizzini, tra l’appartamento di Campobello di Mazara dove l’ex latitante si nascondeva e la casa di campagna della sorella Rosetta. “Ho capito, anche se già lo sapevo, che ho una forza di volontà stupefacente, invidiabile. Non cammino col fisico, cammino con la forza di volontà. Io mi fermerò appena morirò, non prima”, scriveva il boss nel pizzino del 10 maggio.
Leggi anche: Messina Denaro, Bolzoni: “Impensabile una latitanza così lunga senza agganci”.
Gli altri pizzini di Messina Denaro
Quello raccontato da Repubblica è soltanto l’ultimo pizzino di una lunga serie. Negli scritti finiti agli atti dell’inchiesta, infatti, c’è letteralmente di tutto, dai commenti delusi per quella figlia che ha rinnegato il suo retaggio fino alle dichiarazioni in cui – stravolgendo la storia – si traveste da perseguitato dallo Stato.
Uno di questi, successivo all’arresto di alcuni familiari del 15 dicembre 2013, è tra i più politicamente impegnati tanto che per il gip Montalto “rappresenta un manifesto di Cosa nostra”. “Essere incriminati di mafiosità, arrivati a questo punto lo ritengo un onore” scrive l’ex primula rossa, aggiungendo: “Siamo stati perseguitati come fossimo canaglie. Trattati come se non fossimo della razza umana. Siamo diventati un’etnia da cancellare. Eppure, siamo figli di questa terra di Sicilia, stanchi di essere sopraffatti da uno Stato prima piemontese e poi romano che non riconosciamo. Siamo siciliani e tali volevamo restare”.
Messina Denaro è furioso e si dipinge come una vittima: “Hanno costruito una grande bugia per il popolo. Noi il male, loro il bene. Hanno affossato la nostra terra con questa bugia” Ma ogni volta che c’è un nuovo arresto si allarga l’albo degli uomini e delle donne che soffrono per questa terra”. Teorie a dir poco discutibili visto che a pronunciarle è proprio quello che è stato già condannato nella qualità di mandante delle stragi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Le lamentele del boss
In un altro scritto del 15 marzo 2022, il boss di Castelvetrano si lamenta di quella figlia – non riconosciuta ufficialmente – che gli ha mancato di rispetto decidendo di cambiare cognome: “La mancanza del padre non è per sé motivo di degenerazione educativa, è solo Lorenza che è degenerata nell’infimo, le altre di cui so (che hanno avuto problemi simili, ndr) sono tutte cresciute onestamente”.
Ma il boss nei suoi pizzini non si limitava a filosofeggiare o a fare ragionamenti visto che in più occasioni impartiva veri e propri ordini. Tra i tanti quelli impartiti alla sorella Rosalia per depistare le indagini: “Se c’è qualcosa che non va (…) metti a stendere uno straccio o più stracci, il colore non importa (…) ma devi essere sicura che ci sia qualcosa che non va, non vorrei perdere i contatti per un falso allarme”.