Non saranno state scene da parlamento sud americano ma ieri toni, modi ed epiteti, a Palazzo Madama sono stati spesso fuori luogo. Il caso più grave è quello dell’infelice uscita di Matteo Salvini che, a conclusione del proprio intervento, rivolgendosi al premier Conte ha tuonato: “Si vergogni”. Una frase irrispettosa che, contrariamente a quanto ci si aspetti, non è stata immediatamente stoppata dal presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Tanto è bastato per far saltare i nervi ai senatori di M5s e Pd che hanno gridato allo scandalo. Attimi di bagarre con il capogruppo dem, Andrea Marcucci, che per primo si precipita al banco della presidenza per chiedere una censura contro il leader della Lega mentre nell’Aula infuriava il botta e risposta, pieno zeppo di insulti, tra banchi di maggioranza e opposizione. Solo dopo questa richiesta e interminabili minuti di riflessione, la Casellati non ha potuto far altro che intervenire, sospendendo l’Aula e rimproverando Salvini: “Credo che non si possa dire al presidente del Consiglio in aula: Si vergogni. Non è rispettoso. Per esprimere dissenso non c’è bisogno di offendere”. Tutto risolto? Nient’affatto perché alla ripresa dei lavori il clima era ancora bollente. A far la voce da leone ancora una volta i senatori della Lega che hanno esposto cartelli con su scritto “Conte Pinocchio” prima di lasciare l’Aula, dopo l’ennesimo scambio di insulti con i colleghi della maggioranza e i reiterati richiami del presidente Casellati, in segno di protesta.
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