“Non credo che fare parte dell’Europa significhi che si guarda con gelosia se un Paese con cui c’é la più stretta possibile relazione di amicizia, come la Francia, ha rapporti di amicizia stretti anche con altri Paesi”. È questo il commento del portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, sul Trattato del Quirinale firmato fra Parigi e Roma (leggi l’articolo).
Parole che lo stesso, quasi a volersene convincere, ha ulteriormente rimarcato poco dopo affermando che la Germania “non guarda con gelosia” a questo genere di patti. Eppure le parole del portavoce di Angela Merkel più che fare parte del solito aplomb teutonico, sembrano indicare una certa curiosità – e forse preoccupazione – verso questo nuovo accordo che, potenzialmente, può spostare gli equilibri politici nell’Unione europea.
TIMORI GIUSTIFICATI. Un dubbio legittimo che si sono posti perfino i giornalisti tedeschi che a Seibert hanno chiesto, senza giri di parole, se a Berlino vi sia preoccupazione per la possibilità che la centralità del rapporto Berlino-Parigi perda peso in futuro nell’Ue. Una domanda a cui il portavoce del governo ha risposto affermando che “non c’è alcuna preoccupazione di questo tipo”. Parole a cui non deve aver creduto Handelsblatt, noto quotidiano economico tedesco, secondo cui l’accordo è “l’unione del debito italo-francese” e “potrebbe plasmare l’Ue dopo l’era Merkel e portare avanti una riforma delle regole sul debito”.