Mentre a Roma si litiga sull’epilogo della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, tra relazione di maggioranza, relazione di minoranza e polemiche sul ruolo della sottosegretaria Maria Elena Boschi, il 2017 si chiude come se nulla fosse con alcuni colpi bancari francesi nel Belpaese. Sì, perché proprio in questi giorni giunge a conclusione un lavorìo transalpino che va avanti di qualche mese. Ma che con l’imminente fine della legislatura, qui a Roma, sembra non meritare particolari attenzioni. Per mettere a fuoco cosa sta succedendo, allora, può essere utile partire da un’occhiata a cosa scriveva ieri Les Echos, in particolare in un articolo dal titolo “Il Crédit Agricole chiude un anno prospero in Italia”. Il quotidiano transalpino si riferisce al rafforzamento patrimoniale di Cariparma, controllata italiana della banca francese, in vista dell’acquisizione della Cassa di Risparmio di Rimini, della Cassa di Risparmio di San Miniato e della Cassa di Risparmio di Cesena. L’operazione Cariparma, del valore di più di 300 milioni di euro, porterà così il Crédit Agricole ad aumentare ulteriormente il suo perimetro italiano inglobando le tre Casse di Risparmio. Che i francesi lo stiano vendendo in patria come un colpo è dimostrato anche dall’incipit dell’articolo di Les Echos.
Il passaggio – Vi si legge, infatti, che “il Crédit Agricole chiude il 2017 come l’anno precedente, con un’acquisizione in Italia”. Qui il riferimento è a quando la stessa banca transalpina, tramite la controllata Amundi, ha acquistato da Unicredit la società Pioneer, attiva nella gestione del risparmio, per la bellezza di 3,5 miliardi di euro. Operazione che, vale la pena ricordare, ha avuto come controparte quella Unicredit guidata dall’Ad francese Jean Pierre Mustier. Ma non è finita qui. Al riparo da eccessive attenzioni la prima parte del 2018 sarà dedicata anche al complicato aumento di capitale di Creval, il Credito Valtellinese, alle prese con un’operazione di rafforzamento patrimoniale da 700 milioni di euro. Ebbene, nei giorni scorsi uno degli azionisti pesanti di Creval ha già fatto sapere con “entusiasmo” che parteciperà all’aumento di capitale, lasciando intendere che in futuro potrebbe anche aumentare la sua presa sulla banca (al momento è intorno al 5%). Si tratta di Denis Dumont, finanziere francese con interessi nell’agroalimentare che in Italia non è ancora molto conosciuto. Insomma, la grandeur di Parigi, che adesso vede alla guida Emmanuel Macron, ha ancora l’Italia nel mirino. Il tutto nel più ampio quadro della battaglia per Generali, via Mediobanca e Unicredit, e per l’ex Telecom Italia, oggi Tim. Partite, queste, dominate dalla figura di Vincent Bolloré, patron di Vivendi, ben assistito in Italia dallo stesso Mustier e dall’Ad di Generali, Philippe Donnet. Anche lui un francese. Ma da noi si preferisce litigare sulla relazione finale della Commissione banche guidata da Pier Ferdinando Casini.
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