Mentre l’Italia sprofonda c’è chi pensa ai selfie. L’appello alla prudenza di Zaia smaschera l’ignoranza del nostro Paese

Mentre l’Italia sprofonda c’è chi pensa ai selfie. L’appello alla prudenza di Zaia smaschera l’ignoranza del nostro Paese

Mentre l’Italia sprofonda c’è chi pensa ai selfie. L’appello alla prudenza di Zaia smaschera l’ignoranza del nostro Paese

Nel pieno dei disagi e dei danni causati dalla devastazione climatica, ieri mattina il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante una conferenza stampa con la Protezione civile a Mestre dice una frase: “Faccio un appello ai cittadini – dice -: evitiamo l’hobby di andare a vedere la piena del fiume perché il rischio è che crolli la terra sotto di te, si rischia grosso, la nostra preoccupazione sono gli sfondamenti arginali, non andate per i campi a vedere i fiumi per fare video da pubblicare sui social perché è molto pericoloso”.

Lì dentro c’è la fotografia di un pezzo di Italia in questo momento. Sono gli ignoranti climatici che vivono il cambiamento climatico come un bouquet di eventi splendidamente instagrammabili di cui fare un video per sorprendere amici, parenti e follower.

Le mareggiate, le frane e le esondazioni sono episodi alieni da catturare per riempire il cassetto dei ricordi sensazionali, senza nessuna consapevolezza che ciò che avviene a pochi chilometri da casa e già anche in mezzo al salotto dei turisti climatici.

Beata ignoranza

Quello che molti chiamano “maltempo” non è un episodio. In Toscana non ci sono state “le più imponenti piogge degli ultimi 50 anni”, ma le prime imponenti piogge dei prossimi 50 che mettono a serio rischio la tenuta non della regione, non dell’Italia, non dell’Europa ma del Pianeta.

L’hanno ripetuto decine di volte quei giovani additati come sbruffoncelli che si permettevano di fare notare come il vero “disagio” non sia una strada bloccata o una statua sporcata: il vero “disagio” contro cui prendere misure urgenti è quello che sta sotto gli occhi di tutti in queste ore, sono i morti di questi giorni.

“L’hobby di andare a vedere la piena del fiume”, come lo chiama Zaia, è la realtà che ci aspetta. Da anni gli scienziati hanno avvisato, spesso invano, che sarebbe accaduto ciò che sta accadendo e che accadrà di nuovo, ogni volta più forte, ogni volta con fenomeni più ravvicinati. Noi siamo il Paese di quelli che, mentre il Titanic affonda, corriamo sulla prua per farci un selfie da inviare agli amici e ai paredxfnti soltanto per dire: “Guarda che onde, guarda che buio, guarda quanto è vicino il filo del mare”.

Lo stato di emergenza diventerà uno Stato in emergenza e noi penseremo a quanto siamo stati stupidi a prendercela con gli attivisti.