C’è chi si limita alle chiacchiere e chi lavora e porta a casa risultati. Se tra i primi è facile iscrivere le opposizioni in Campidoglio, tra i secondi c’è di diritto la sindaca Virginia Raggi che – con una mossa a sorpresa – ieri ha pubblicato le linee guida per la riapertura degli asili nido e delle scuole dell’infanzia a settembre. Si tratta della conclusione del lavoro portato avanti dalla task force indetta dalla prima cittadina grillina, proprio quella contro cui molti hanno ironizzato affermando che non sarebbe servita a nulla, con cui si cercherà di mitigare il rischio di una seconda ondata da Covid-19. Misurazione della temperatura per chi accede alle strutture, percorsi differenziati per l’ingresso e l’uscita al fine di ridurre al minimo il rischio di mixing, mascherine obbligatorie per tutto il personale. Guanti e visiera durante il cambio dei bambini, educatori con la visiera anche al momento del pasto.
Una lunga serie di raccomandazioni, assolutamente indispensabili, in vita del ritorno in classe che per i nidi avverrà il 9 settembre mentre per le materne sarà il 14 settembre. Come spiegato con una nota del Campidoglio, “i criteri sono stati messi a punto nel rispetto delle buone pratiche, dei valori e dei principi sperimentati in questi anni, adattandoli alle nuove condizioni necessarie per tutelare la salute e la sicurezza del personale educativo, dei bambini, delle bambine e delle loro famiglie”. Una riorganizzazione che, come suggeriscono i tecnici che hanno lavorato gratuitamente, dovrà essere attuato in base alle caratteristiche di ciascuna delle strutture e che oltre a tenere conto dell’emergenza Covid-19 guarda al futuro sperimentando, in tutti i servizi, nuovi progetti come l’educazione all’aperto.
SOLITE POLEMICHE. Insomma una serie di proposte che, a rigor di logica, dovrebbero piacere a tutti. Invece no. Tra i critici, infatti, c’è il senatore Maurizio Gasparri, commissario del coordinamento di Forza Italia a Roma, che non potendo controbattere sul piano è andato all’attacco su un altro fronte collegato alla scuola. “L’incapacità della sindaca Raggi non garantisce il trasporto pubblico agli studenti romani. Sono circa 600 mila le ragazze e i ragazzi che frequentano le scuole della città. A questi si aggiungono 200 mila universitari, fuori sede e residenti a Roma.
La flotta dei mezzi a disposizione del Comune è di circa 1.400 unità. Vale a dire, assolutamente insufficiente”. Peccato per lui, sull’argomento il Campidoglio non è stato di certo a guardare. Anzi poco dopo questa dichiarazione, è arrivata la risposta dal Comune di Roma con cui è stato assicurato che “saranno su strada già dalla prossima settimana i primi bus delle 328 nuove vetture acquistate da Roma capitale’’e che si valuta anche l’eventualità di noleggiare bus privati, ipotesi questa che “verrà discussa al tavolo aperto con la Regione Lazio’’.
BANCHI MONOPOSTO. Insomma guai a pensare che il Campidoglio si sia limitato alla stesura di un semplice – ma vitale – documento. La realtà, infatti, è che l’’Amministrazione della Capitale, piaccia o no, sta dimostrando lungimiranza portando avanti un piano organico che ieri ha segnato anche un altro importante risultato. Come annunciato nel pomeriggio dalla vicesindaca di Roma, Teresa Zotta, la gara per distribuire 9 mila banchi monoposto e 3 mila sedie nelle scuole superiori della città eterna è stata aggiudicata a tempo di record.
Può sembrare qualcosa di scontato vista l’emergenza sanitaria che da mesi attanaglia il Paese ma così non è perché, dati alla mano, Roma e la sua ex provincia risultano tra i primi enti in Italia ad aver acquistato i nuovi arredi scolastici ritenuti indispensabili per mantenere il distanziamento sociale. Come se non bastasse, questa volta per evitare sprechi di risorse, la vicesindaca ha annunciato anche che tutti “gli arredi scolastici ancora utilizzabili saranno conservati perché non possiamo permetterci di buttare banchi e sedie acquistati un anno fa” e che torneranno utili in futuro.