di Luca Rubei
Il Governo continua a “eludere” la patata bollente di Mafia Capitale. L’Esecutivo guidato da Matteo Renzi, ancora ieri, è rimasto fermo alla filosofia del rinvio del dossier al Consiglio dei ministri in programma per il 27 agosto prossimo. In quella sede il ministro dell’interno, Angelino Alfano, dovrà decidere se proporre lo scioglimento del Campidoglio o limitare le decisioni più drastiche a qualche municipio o dipartimento. Ma questa sorta di “immobilismo” governativo cozza fragorosamente contro l’escalation di accuse e dichiarazioni provenienti di Salvatore Buzzi. L’uomo indicato come uno dei componenti di vertice di Mafia capitale sta riempendo verbali su verbali (cinque interrogatori). E ha messo in fila i nomi di 30 politici: due ex assessori di Gianni Alemanno, 18 consiglieri comunali, cinque presidenti di municipio e cinque assessori di Ignazio Marino che avrebbero beneficiato di tangenti, assunzioni e altri tipi d’utilità. Nel frattempo continuano le controrepliche degli accusati dal ras della coopertive. Ieri è stata la volte del vicesindaco Luigi Nieri, recentemente dimessosi dalla giunta Marino. “Ho già dato mandato al mio avvocato di querelare Buzzi e di avviare tutte le iniziative legali contro la sua azione diffamatoria”, ha detto ieri Nieri, che poi ha così spiegato la sua posizione: “Siamo di fronte a una meschina strategia difensiva che ha chiaramente l’obiettivo di colpire la parte sana della città nel tentativo di apparire vittima di un sistema e non uno dei principali protagonisti di una storia di corruzione e criminalità”.