Dicono che Giorgia Meloni non abbia trovato il tempo per partecipare ai passaggi ufficiali dell’assemblea dell’Onu per “limare il discorso”. Se così fosse, il lavoro, c’è da dire, non è riuscito benissimo. La presidente del Consiglio si è presentata alle Nazioni Unite con la solita propaganda, già smentita dagli allarmi italiani e dai fatti. Già nel momento in cui chiede che finiscano “le ipocrisie” che hanno “fatto arricchire a dismisura i trafficanti” sbaglia completamente il focus.
L’ultimo slogan del premier Meloni all’Onu è quello dell’Italia campo profughi dell’Unione. Ma Berlino e Parigi accolgono di più
Ad arricchirsi con i migranti – lo dicono i numeri incontestabili – sono proprio la Libia che continua a ricevere soldi dai tempi dell’ex ministro all’Interno Marco Minniti (e che confonde i miliziani della cosiddetta Guardia costiera libica che di notte diventano scafisti) e la mafia tunisina nei pressi del presidente tunisino Kais Saied che Meloni vorrebbe riempire di soldi con l’aiuto dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale. Gli “scafisti da stanare in tutto l’orbe terracqueo” di cui parlava Meloni nella sua penultima conferenza stampa sul tema (dopo il cosiddetto “decreto Cutro” che è già miseramente fallito) sono i suoi referenti del cosiddetto “piano Mattei” che è stato l’ennesimo buco dell’acqua sulla questione. Meloni parla poi della battaglia contro “le cause alla base della migrazione, con l’obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare”.
Anche qui usa un artifizio retorico facile da smontare. Il primo diritto per ogni essere umano sulla terra non è quello di “non emigrare” ma è quello di poter sopravvivere. Gran parte delle migrazioni in Europa arrivano da Paesi in cui la fame e il piombo (ovvero la povertà e le guerre) sono insostenibili per poter immaginare un futuro. Pensare di salvare paesi strozzati da decenni di colonizzazione e dai cambiamenti climatici e dalle guerre in breve tempo è propaganda.
Meloni ha un enorme principale problema nelle sue richieste all’Europa e al resto del mondo: non ha il coraggio di confessare il suo sogno di bloccare tutte le partenze (missione impossibile per questioni geografiche e per le leggi internazionali) e così risulta confusa e vigliacca nelle richieste. Ha scoperto che il “blocco navale” è una barzelletta che funziona in campagna elettorale ma che non è possibile per il diritto internazionale così vorrebbe trovare qualche Stato disposto a farlo per lei. L’altra enorme bugia ossessivamente ripetuta è quella dell’Italia come “campo profughi dell’Europa”.
L’Italia è il quarto paese tra gli stati dell’Ue per numero di richieste di asilo
L’Italia, lo dicono i numeri, è il quarto paese tra gli stati dell’Ue per numero di richieste di asilo ed è addirittura il nono se consideriamo le richieste in base al numero di abitanti. Nonostante il nostro Paese sia il primo approdo è storicamente risaputo che i migranti non abbiano nessuna intenzione di fermarsi qui. Voler rappresentare l’Italia con la situazione – seppure critica – della minuscola isola di Lampedusa è una bugia che funziona solo con gli elettori più ignoranti sul tema.
Anche per questo Francia, Germania e Spagna (che accolgono molto di più dell’Italia) sono molto infastidite dall’ipocrita propaganda di Meloni e dei suoi ministri. Non esiste nessuna “invasione” in un Paese che ha accolto tranquillamente molti più ucraini degli stranieri arrivati sulle nostre coste. La differenza principale è che quelli sono bianchi e molto simili a noi mentre questi sono neri e apparentemente diversi. Ma questo di Meloni è un problema che ha a che vedere con il razzismo e nemmeno l’Onu può aiutarla a un percorso di riabilitazione.