In origine era la magistratura (comunista) contro Silvio Berlusconi. Oggi, invece, il complotto si è allargato ma nel mirino ci sono sempre le destre. Che si sentono accerchiate. E così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non può star tranquilla neanche a Palazzo Chigi, arrivando a non fidarsi nemmeno dei poliziotti. La lunga estate del governo si chiude con un altro complotto ventilato dalla maggioranza. Si è partiti con Arianna Meloni e dopo il caso Boccia-Sangiuliano si è arrivati alle presunte spie a Palazzo Chigi.
I complotti in serie ai danni di Meloni & C.
Un complotto della magistratura, comunque, non manca mai. E proprio da qui si è ripartiti in estate, quando Alessandro Sallusti, sul Giornale, ha invocato lo spettro di un’indagine a carico della sorella della presidente del Consiglio, per traffico di influenze. Indagine di cui non si ha ancora nessuna notizia, come prevedibile.
Come detto, però, non c’è solo la magistratura. Che comunque torna sempre, anche quando Rosanna Natoli, consigliera sospesa proprio dal Csm, fa la parte della vittima facendo pensare che ci sia stato un complotto da parte dei membri togati ai suoi danni, magari proprio perché consigliera laica di Fratelli d’Italia nel plenum.
La lista dei presunti complotti è lunga. C’è stato quello del dossieraggio, con i documenti su migliaia di persone che rappresentano sì un problema reale ma che difficilmente risulteranno essere una congiura ai danni del governo. Da qualche giorno l’idea della cospirazione ha preso piede anche sull’altro caso dell’estate: l’affare Boccia-Sangiuliano.
La questione si è chiusa, almeno per il momento, con le dimissioni del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Ma da qualche giorno la destra ha provato a dare la colpa di quanto successo a qualche manovratore, magari di sinistra, che ha sfruttato Maria Rosaria Boccia per ingannare il ministro. Eppure, ciò che qualcuno sembra dimenticare è che Boccia alla Camera entrava grazie ad esponenti della maggioranza di centrodestra e al ministro Sangiuliano, non di certo perché a portarcela fossero i parlamentari dell’opposizione. Eppure anche su questo caso fa comodo invocare la congiura.
Che si lega con un altro intrigo con chissà quale strano scopo, ordito stavolta da Mediaset. La tv dei figli di Berlusconi e quindi sicuramente più vicina a Forza Italia che agli altri partiti di maggioranza. Così l’invito di Boccia in tv su Rete 4 (poi saltato all’ultimo) viene visto come l’ennesima macchinazione ai danni del governo. Che si aggiunge ai video dei fuorionda di Andrea Giambruno, ex compagno della presidente del Consiglio, trasmessi da Striscia la notizia.
L’ultima congiura
Si arriva così alla notizia, smentita in parte, che gli agenti di polizia non sarebbero più in stazionamento al primo piano di Palazzo Chigi per il timore di una fuga di notizie. “Meloni sul suo piano vorrebbe soltanto la scorta, ma non può essere lei a decidere chi e come deve garantire la propria sicurezza”, denuncia la Silp Cgil.
Meloni avrebbe chiesto, questa la versione di Chigi, di rivalutare la presenza dell’agente che si occupa solo degli accompagnamenti in ascensore, ma per il sindacato “non c’è più nell’ordine di servizio non solo l’accompagnamento in ascensore, ma anche lo stazionamento al piano della premier”. L’ennesima dimostrazione che Meloni si sente accerchiata e che non si fida di nessuno, a quanto pare neanche degli agenti di polizia.
Al di là delle smentite, che finora sembrano non del tutto credibili, ogni giorno esce una nuova cospirazione ai danni del governo. Ovviamente più presunta che vera. Restiamo così in attesa del prossimo complotto, magari quello delle sinistre che non vogliono Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione Ue: perché se non dovesse arrivare la carica chiesta dal governo sarebbe più semplice dire che la colpa è di chi rema contro l’Italia che non delle posizioni di Fratelli d’Italia. lontane dalla maggioranza europea. In fondo, dare la colpa agli altri è sempre più semplice.