A certificare le prime crepe nel rapporto di fiducia, nella cosiddetta luna di miele, tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e gli italiani sono i sondaggi. Fratelli d’Italia scende sotto il 30%. Secondo la prima Supermedia Agi-Youtrend del 2023 è il partito cui appartiene la premier a subire il calo più consistente (-0,7), tanto da finire sotto la soglia psicologica del 30%. Il dato – si legge in una nota Agi – potrebbe dipendere dal “brusco aumento del costo dei carburanti”, conseguenza della mancata proroga del taglio delle accise decisa dal governo.
Si tratterebbe della prima inversione di tendenza da molti mesi a questa parte per quanto riguarda Fratelli d’Italia. Nel complesso la coalizione di centrodestra perde lo 0,8%. Appena qualche settimana fa, era stato il sondaggio realizzato da Lab 21.01 di Roberto Baldassari per Affaritaliani.it a certificare che il mancato rinnovo dello sconto sulle accise dei carburanti, che ha fatto schizzare i prezzi alla pompa, non è piaciuto affatto agli italiani.
“Il mancato rinnovo della sforbiciata alle accise ha avuto un effetto immediato: pur tenendo presente che il suo livello di gradimento continua a rimanere comunque molto alto, oltre il 50%, la Meloni ha subito una perdita secca nel livello di fiducia degli italiani del 2,1%, assestandosi al 51,2% – spiega Baldassari a La Notizia -. è evidente come questa vicenda scontenti tutti, trasversalmente: il 96,3%, oltre 9 italiani su dieci, non solo non ha apprezzato ma è anzi in totale disaccordo con la decisione del Governo”.
Un dato che si riflette di conseguenza anche sulle intenzioni di voto. “Per la prima volta anche Fratelli d’Italia registra una significativa frenata, scendendo al 28,2% con una perdita dello 0,9 – spiega il numero uno di Lab 21.01 -. In pratica, tra la fiducia persa dalla premier e consensi bruciati dal partito, la vicenda delle accise ha inferto alla Meloni e al suo movimento politico una perdita secca del 3%”. Un dato che si riflette, ovviamente, anche sui consensi dell’intero Centrodestra che registrano un calo dello 0,7% (44,7).
Baldassari spiega che la luna di miele non è ancora finita, se si considera che il trend della fiducia nella presidente del Consiglio è ancora stabilmente sopra il 50. Ma se si considera che dopo i primi momenti di crescita, da un punto di vista fisiologico, questo trend in generale per tutti i leader si assesta perché non cresce all’infinito, qui questa volta il caro benzina ha determinato un calo: “Una prima fase di arresto brusco, tanto per la premier quanto per il partito cui appartiene”.
E a cascata su tutta la coalizione di Centrodestra dal momento che è la Meloni a trainare nei sondaggi la sua compagine di governo: “La fiducia in lei è superiore a quella del suo esecutivo. È lei che traina e nel momento di difficoltà gli italiani si rifugiano nel presidente del Consiglio, in lei come in tutti quei leader carismatici che ci sono stati in passato da Berlusconi a Salvini e allo stesso Conte”.
La luna di miele, spiega Baldassari, ha raggiunto il culmine ai primi di dicembre quando la fiducia nella Meloni ha toccato quota 54,1, ovvero il suo massimo. Ma prima ancora del caro-carburanti una prima crepa si era registrata in concomitanza con l’approvazione della Finanziaria. Le difficoltà manifestate per arrivare al varo della Manovra, con le polemiche sul caro-bollette, hanno fatto registrare un primo calo della fiducia.
Poi il vero snodo è stato appunto lo stop agli sconti sui carburanti. La benzina è un bene orizzontale che colpisce tutta l’opinione pubblica, tutta la popolazione italiana. A risollevare un po’ le sorti della Meloni potrebbe essere l’arresto di Matteo Messina Denaro. “Ci aspettiamo un rimbalzo positivo nel trend della fiducia dopo l’arresto del boss mafioso”, dice Baldassari, dal momento che la sicurezza è un concetto importante per la popolazione.