La seconda Commissione presieduta da Ursula von der Leyen è stata approvata dal plenum del Parlamento europeo con appena 10 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta degli aventi diritto, che è di 360 eurodeputati su 720. Un dato pari al 51,39% degli aventi diritto, il peggior risultato di sempre nella storia europea. Danilo Della Valle, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, come si deve leggere questo risultato?
“Come un fallimento. Ursula Von der Leyen ha provato a forzare la mano allargando la sua vecchia maggioranza a destra, ma ha lasciato per strada 31 voti rispetto al voto di luglio. Questo significa che, aggiungendo i voti di Fratelli d’Italia e dei conservatori di Ecr, ha perso in totale una settantina di voti. Nasce dunque una Commissione debolissima perché supportata da una maggioranza che contiene dentro tutto e il contrario di tutto e che si spaccherà subito alla prossima plenaria come già dimostrato durante la votazione sulla legge della deforestazione. Questa nuova Commissione è votata all’austerity e al bellicismo sfrenato e non farà nulla per la pace e per la giustizia sociale. Chi si professa come progressista non può che stare all’opposizione come noi. L’apertura a destra della nuova Commissione ha fatto perdere l’appoggio dei Verdi italiani e guadagnare quello di Fratelli d’Italia oltre che di altri conservatori dell’Ecr”.
Da voi e complessivamente dal gruppo The Left di cui fate parte è arrivato un netto no, fedeli alla linea tenuta sin dalla prima ora.
“Siamo stati coerenti. A differenza di altre votazioni in particolare sull’Ucraina, stavolta il gruppo è stato unito. Ma davanti a tanta arroganza e incompetenza dimostrata dal collegio dei Commissari mi sarei meravigliato del contrario. Per la prima volta nella storia la Commissione ottiene meno voti del Presidente eletto, un segno di grandissima debolezza che non può essere trascurato”.
La Lega ha votato no all’Ursula bis. Eppure Giorgia Meloni sosteneva che se il Pd di Elly Schlein non avesse votato Raffaele Fitto avrebbe finito col risultare anti-italiano. E ora come dovrebbe leggere la premier il no dei suoi alleati di governo?
“Il dato politico adesso è che Meloni e Schlein sono nella stessa maggioranza europea. Di questo gli elettori dovranno prendere atto. Per quanto riguarda la maggioranza di governo, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno votato a favore, la Lega contro. Dopo il voto sul canone Rai al Senato e la ripicca della Lega su un successivo voto sulla sanità, anche al Parlamento europeo emergono le divisioni fra le forze di governo”.
Meloni ha finito dunque per votare con i socialisti…
“Ha tradito così i suoi elettori. Giorgia Meloni ha sconfessato se stessa. Io non dimentico che lo scorso 18 luglio aveva giustificato il suo voto contrario a Ursula von der Leyen dicendo ‘mai con la sinistra’. Oggi invece vota con i Socialisti e metà del gruppo dei Verdi a favore della nascita della Commissione. I cittadini sono abituati alle sue giravolte ma questa è davvero grossa. Oggi Fratelli d’Italia diventa a tutti gli effetti il partito dell’establishment e dell’élite neoliberista di Bruxelles”.
Che ne pensa del discorso tenuto da Ursula von der Leyen? “Di questa Commissione non mi piace nulla. La politica estera poi è la peggiore e la più pericolosa. Vedere Kallas e Kubilus, due noti guerrafondai, ai vertici della diplomazia europea mi fa orrore. Questa Commissione ha sposato la retorica bellicista e guerrafondaia dimenticando il grido di dolore di chi vive in condizione di povertà e precarietà, oltre 100 milioni di cittadini europei. L’unico investimento a costo zero utile all’Europa è nel dialogo fra i popoli per mettere fine alle guerre, in Ucraina come a Gaza. Il negoziato di pace è l’unica alternativa alla terza guerra mondiale”.
Cosa si aspetta da Fitto commissario e vicepresidente?
“Mi aspetto disastri. Con quella delega di serie B Fitto deve fare solo una cosa se ha a cuore l’interesse nazionale e cioè ottenere la proroga della scadenza dei fondi PNRR. Ormai è evidente che non faremo in tempo a spendere entro il 2026 tutti i fondi ottenuti da Giuseppe Conte nella trattativa europea. Abbiamo bisogno di più tempo. Fitto lo sa, ma è prono ai falchi dell’austerity e non si batterà come un leone come dovrebbe. Ricordo infine che la delega di Fitto, quella sui fondi di coesione, nella scorsa legislatura era affidata al Portogallo. Ecco come viene considerata l’Italia a Bruxelles”.