Si è concluso il tour di Meloni in Polonia e Ucraina. Marco De Angelis, docente all’Università di Lüneburg, com’è andata?
“La posizione assunta dalla Meloni è di chiara e totale sottomissione al capo, ossia a Biden. Ciò è anche comprensibile, considerata la totale inesperienza della Meloni a questi livelli. Il bilancio può essere considerato positivo, dal suo punto di vista ovviamente, perché comunque ha imitato quanto fatto da Biden il giorno prima, il che in qualche modo dà anche più lustro alla sua iniziativa”.
L’incontro tra Meloni e Zelensky non sembra essere andato liscio. Soprattutto le parole di Berlusconi, criticate da Zelensky, hanno causato non poco imbarazzo alla Meloni…
“Berlusconi non ha affermato una propria opinione, ma semplicemente la verità storica, ossia il fatto che l’Ucraina ha bombardato il Donbass e ucciso la popolazione russa di quelle regioni, costringendo Putin, che si sente il presidente di tutti i russi, quelli dentro e quelli fuori i confini, a intervenire. La Meloni ha giustamente detto che nei fatti il governo ha sempre votato tutto a favore dell’Ucraina e quelle di Berlusconi sono solo parole, non fatti. In questo suo pensiero si rivela proprio la tragicità dell’Occidente: i governi votano, i ‘fatti’, contro il sapere scientifico, le ‘parole’. Il dramma di questa guerra è che stiamo portando avanti una politica in cui i fatti contraddicono il sapere. Non potrà andare bene perché il sapere alla fine vince sempre sui fatti, la scienza sulla politica. Per questo l’Occidente è destinato a perdere questa guerra”.
Biden e Putin parlano solo di vittoria a ogni costo. Ma di pace non ne parlano mai?
“L’espressione ‘a ogni costo’ di Biden è una bugia, perché gli Usa non hanno inviato e non invieranno soldati a morire per l’Ucraina. Come ha ben detto in un’intervista un analista americano per gli Usa questa guerra è soltanto un investimento economico: stanno investendo ingenti somme di denaro che ritorneranno però moltiplicate grazie al fatto di aver tolto alla Federazione Russa il mercato europeo, riservandoselo per sé. Si pensi per esempio al gas e alla distruzione del Nord-Stream per mano Usa-Nato, come ormai si sa. Gli Usa sono una potenza capitalistica, il cui principio base è la concorrenza, essi pertanto fanno guerre per eliminare concorrenti, in questo caso la Russia, non certo per esportare la democrazia”.
Putin ha sospeso l’accordo New Start e testato un nuovo super missile. La preoccupa?
“Putin non intende usare per primo l’arma nucleare, l’ha detto più volte. Del resto la Russia finora non ha mai usato l’atomica contro esseri umani, gli Usa invece sì. La Russia ha sempre e solo cercato di fare il bene per l’umanità e quando non ci è riuscita, come nel caso della dittatura sovietica, il suo è stato un fallimento dovuto al fatto che nella storia si può sbagliare, ma non al fatto che essa cercasse d’imporre il male. In qualche modo Putin deve pure rispondere alle continue minacce dell’Occidente e lo fa ricordandogli che il loro avversario è la prima potenza nucleare del pianeta. Dobbiamo solo sperare che l’Occidente lo capisca e freni prima del muro”.
Intanto cresce la tensione e il Cremlino ha annunciato la revoca del decreto che garantiva la sovranità della Moldavia.
“È stato del tutto irresponsabile da parte statunitense incitare l’Ucraina a provocare, come ha ben detto Papa Francesco, la Russia, poiché ciò ha messo in crisi l’equilibrio geopolitico in quelle regioni che segnano il confine tra l’Ue e Russia. In particolare la Polonia è sostenuta attivamente dagli Usa nella speranza di far diventare tale Stato, che ha dissapori atavici verso Russia e Germania, il nuovo baricentro dell’Europa, al posto proprio della Germania. Diversi analisti hanno scritto che questa è alla fin fine una guerra degli Usa contro la Germania e, conoscendo dal di dentro quel che avviene in terra tedesca, Le posso dire che sono in costante crescita le voci che in Germania si oppongono a questa insulsa guerra. Sabato prossimo ci sarà a Berlino un’importante manifestazione contro l’invio delle armi, che vedrà sfilare insieme sia la sinistra sia la destra. Entrambe denunciano il fatto che la Germania sia ancora una nazione ‘occupata’, costretta a far quel che dice Wahshington. Se non ragioniamo in questi termini, non capiamo quel che sta veramente avvenendo a livello geopolitico. Gli Usa hanno capito che la Germania è troppo forte economicamente nonché troppo intelligente politicamente, e che pertanto un’Ue a trazione tedesca è destinata prima o poi ad affrancarsi dagli Usa e a diventare una quarta potenza indipendente. Per questo intendono sostituirla con la Polonia, che non ha neanche lontanamente la personalità storico-politica della Germania. Furbissimi gli Usa che hanno capito il grande errore compiuto dall’Ue nell’inglobare troppo prelsto i Paesi dell’est Europa e ora stanno volgendo tale errore a proprio vantaggio. Purtroppo noi Europei occidentali lasciamo fare, ma non so quanto durerà”.
Mentre l’Occidente parla solo di guerra, la Cina presenta un piano di pace. Eppure Usa e Ue accusano Pechino di fare troppo poco. Chi ha ragione?
“La Russia come la Cina sono nazioni votate alla cooperazione, non alla concorrenza. Il socialismo, per quanto sia sbagliato se inteso come dittatura del proletariato, nondimeno rappresenta nella storia della filosofia politica un principio superiore e più evoluto rispetto a quello del liberismo. La concorrenza tra gli uomini non porta al bene, ma al male; il bene è prodotto invece dalla cooperazione. Per questo è comprensibile e logico che la Cina si muova per la pace, così com’è logico che gli Usa si muovano per la guerra. La vera incognita è solo l’Ue: si deciderà per la concorrenza o per la cooperazione? La Germania è un paese votato alla cooperazione, del resto Marx è un prodotto della cultura idealista e romantica tedesca; gli Stati emergenti dell’est sembra che stiano tutti assumendo come principio-guida della società quello della concorrenza. Per questo motivo la vera posta in gioco è la tenuta dell’Ue, che a questo punto, a mio avviso, non può più reggere. Tra gli Stati occidentali dell’Europa, in primis la Germania, e quelli orientali, in primis la Polonia, non c’è comunanza di vedute. La Cina potrà forse presentare il piano per una tregua provvisoria, ma per una pace definitiva in quelle regioni c’è bisogno di ben altro, e ciò non sarà deciso né a Washington né a Pechino ma in Europa, in particolare a Berlino. Accetterà mai la Germania un’Ue a trazione polacco-ucraina? Questa è la questione geopolitica del momento”.